lunedì, luglio 31, 2006

Il degrado del Lago di Massaciuccoli




Il Lago di Massaciuccoli continua a versare in condizioni preoccupanti. Attualmente mi sto occupando di monitorare i dati ambientali di diverse stazioni di campionamento, con l'obiettivo di testare varie metodologie di risanamento.
La situazione del lago è compromessa, ormai da tempo, a causa di un effetto combinato dell'uso intensivo di concimi e pesticidi nei terreni di bonifica adiacenti, della captazione delle sorgenti che alimentavano il lago, dell'introduzione accidentale del Gambero della Louisiana, della tendenza progressiva inesorabile all'interramento (e scusate se è poco..).
Ovviamente, non tutte le cause hanno lo stesso peso: la buona notizia è che la prima di esse è la causa preponderante, la cattiva notizia è che per risolverla servono metodi drastici e fortemente limitativi delle attività agricole della bonifica.
Prima di capire cosa sta succedendo (o meglio..cosa è successo dal dopoguerra in poi), bisogna chiarire come funziona il movimento delle acque che entrano nello specchio lacustre.
Il Lago, di forma grossolanamente circolare, ha una profondità che non supera i 2,5m (ad eccezione di alcune cave in alveo realizzate in passato) . E' connesso fisicamente ai canali della bonifica meridionale (bonifica di Vecchiano), la quale ha idrovore che in inverno drenano i campi e riversano l'acqua di scolo nel Lago, mentre in estate, al contrario, l'acqua viene richiamata (a caduta) per l'irrigazione.
Storicamente il bacino lacustre (che non ha veri immissari naturali) era ben alimentato dalle acque piovane e da tre sorgenti (ricche in calcio) emergenti dalla base dei primi contrafforti delle Alpi Apuane.
Lo scolo del lago avviene tramite un canale artificiale (Burlamacca), che sfocia a mare presso il porto di Viareggio.

Ma vediamo nel dettaglio cosa implica ciascuna causa, cercando di ricostruire i legami di causa-effetto e di effetto combinato che hanno portato alla situazione attuale:

L'uso intensivo di concimi e pesticidi
L'eccesso di concimi ha causato l'incremento drastico di nutrienti nella massa d'acqua, provocando forti fioriture algali. In principio questo comportava un sensibile intorbidimento delle acque nella stagione primaverile-estiva, ma col progredire del degrado le fioriture algali hanno peggiorato la torbidità drasticamente. Questo a sua volta ha impedito la sopravvivenza delle piante sommerse (o per essere più precisi, delle "macrofite"), che oltre a contribuire drasticamente all'abbattimento dell'azoto della colonna d'acqua, costituivano siti rifugio per lo zooplancton. Meno zooplancton significa, per le alghe, meno nemici, e quindi ulteriore aumento della proliferazione.
Ma i problemi non terminano qui: le alghe, a causa del forte intorbimento, si concentrano nello strato superficiale, causando fenomeni di iperossigenazione (ho misurato io stesso valori che possno arrivare ai 16 mg/L di O2), mentre a fondo la grande massa algale in decomposizione porta all'anossia.
Questo squilibrio quindi è causato da un ciclo degenerativo che ha portato a una forte torbidità, a uno sviluppo abnorme della biomassa algale, a una forte ossigenazione dei primi centimetri della colonna d'acqua bilanciata dall'anossia degli strati profondi.

La captazione delle sorgenti
Le sorgenti che portavano acqua al Massaciuccoli sono state in massima parte captate, diminuendo l'afflusso di acqua dolce di buona qualità, e portando di conseguenza all'ulteriore concentrazione dei nutrienti. Inoltre la diminuzione di acqua dolce fa si che il lago si opponga con minore efficacia alla risalita di acqua salata dallo scolmatore.

L'introduzione del Gambero della Louisiana
Il Procambarus clarkii è un gambero grosso, con un carapace spesso, vorace e abituato a tollerare facilmente periodi di disseccamento. A seguito della sua introduzione accidentale ha cominciato a prosperare nelle aree umide toscane sia per le sue caratteristiche biologiche che per la mancanza di predatori. Le macrofite acquatiche sono ostacolate nella loro ricrescita dalle sue intense attività di pascolamento dei germogli.

La tendenza all'interramento
Pur non avendo immissari, il lago tende progressivamente a interrarsi sia per fenomeni naturali (la cintura di canneto che tende a intrappolare i sedimenti sospesi) sia a causa dei fenomeni di eutrofizzazione, che comportano la produzione di un eccesso di biomassa.

La rimozione dei nutrienti costituisce la direzione obbligata per qualunque tentativo di risanamento. Tra tutti, il più preoccupante elemento della catena è il fosforo. Infatti, a differenza dei composti dell'azoto o del carbonio, il ciclo del fosforo non possiede una fase gassosa, e quindi non c'è modo di allontanarlo dal sistema, se non facendolo precipitare. Una volta nel sedimento però, instaurandosi condizioni "propizie" può eventualmente rientrare in circolo.
In uno dei prossimi post cercherò di spiegare cosa stiamo facendo per trovare una soluzione al problema.



Le foto di questa pagina sono state scattate dal collega Claudio Di Paolo.

La foto in alto illustra le "striscie" disegnate dalle fioriture di Anabaena spp. e Microcystis sp.

Nella foto a lato si può osservare un pesce morto accanto a una baracca di lamiera, in uno dei canali.

Armi, acciaio e malattie



Qualunque definizione usiamo per descrivere chi sia Jared Diamond è inevitabilmente riduttiva. Si tratta di un Biologo che nel corso della sua vita si è occupato di fisiologia, biogeografia, evoluzione, antropologia. Leggendo "Armi, acciaio e malattie" (datato 1997), c'è da pensare che se tutti lo avessero letto a quest'ora forse il mondo avrebbe molti meno guerrafondai.
La tesi di Diamond è incontestabile: al di la delle influenze date da culture, religioni, singole invenzioni o scelte strategiche, a scala di millennio le civiltà che più sono progredite lo hanno fatto per questioni di.... "fortuna". A prima vista sembra una tesi un po' strana, ma certo quello che non manca a Diamond è la capacità di argomentare le sue tesi in modo convincente, spaziando dalle motivazioni biogeografiche a quelle statistiche. Per esempio, si chiede, perchè la civiltà più antica è nata in mesopotamia? Perchè l'eurasia storicamente ha "vinto" sulle americhe?
La risposta alla prima domanda (in estrema sintesi...) è che le specie vegetali più facilmente coltivabili e con le maggiori rese energetiche stavano nella mezzaluna fertile e che l'eurasia (e il vicino oriente in particolare) avevano a disposizione molti animali relativamente facili da addomesticare (capre, pecore, ma soprattutto buoi). Al contrario, a titolo di esempio le americhe avevano solo una specie animale domesticabile (il lama) e poche specie vegetali. Infatti, tra le altre cose, nei giocattoli dei bambini delle civiltà precolombiane esisteva la ruota, ma non fu mai usata perchè non esisteva alcun animale che potesse trainare un carro!
Questa fu una terribile condanna della storia perchè il mancato utilizzo di un buon "pacchetto" animale+vegetali impedì la sovrapproduzione alimentare, che impedì lo sviluppo di società complesse, la divisione dei ruoli e la formazione di stati veri e propri (con tutte le conseguenze del caso).
Altro esempio è l'australia, dove (come nelle americhe) tutte le specie che forse avrebbero potuto essere domesticate furono sterminate con l'arrivo dell'uomo e gli aborigeni si trovarono con una terra arida, senza piante domesticabili e furono condannati a rimanere cacciatori-raccoglitori.
Le pagine di questo libro si divorano e offrono chicche veramente incredibili, come questa: le lingue del Madagascar, di parte di Sri Lanka, di parte dell'Indonesia, delle Filippine e di quasi tutta la polinesia (eh si, dalla Nuova Zelanda alle Hawaii a Pasqua) appartengono allo stesso ceppo, l'austronesiano. Chi erano questi austronesiani? Erano un popolo di agricoltori e naviganti che partendo dall'odierna Taiwan colonizzarono nel giro di alcuni millenni gli angoli tra loro più remoti del continente australe. Oggi la popolazione originaria di Taiwan è ridotta al 2% dell'isola (per il resto sono cinesi di stirpe mongolica, come quasi tutta la cina continentale), ma ha dato i natali a milioni di persone che vanno dal continente africano alla polinesia!

Assolutamente consigliato, si trova in promozione in una nota catena di libri a soli 7€.

lunedì, luglio 24, 2006

Pecoraro Scanio: Avanti tutta!

Devo ammettere che non ho mai sentito un Ministro dell’Ambiente parlare così, e da ex ministeriale (dell’era Matteoli..) credo di poter parlare con cognizione di causa. Alfonso Pecoraio Scanio si è presentato giovedì mattina al meeting di San Rossore e ha utilizzato i dieci minuti di intervento per fare ciò che non ho mai sentito fare ad alcun politico prima di lui: essere chiaro e conciso, senza parlare per un secondo in politichese.

Riporto i concetti chiave del suo intervento:

  • Innanzitutto ha fatto notare che prima di programmare di costruire centrali e rigassificatori un po’ ovunque, è indispensabile realizzare un piano energetico nazionale, per pianificare con quale modalità produrre energia e in che misura ricorrere a quali fonti e quali processi.
  • Ha introdotto, nel DPEF 2006, il principio per cui il consumo di energia elettrica dei prossimi anni non deve crescere. Ha rimarcato (come a suo tempo in campagna elettorale) che la politica energetica deve smettere di essere affidata ad ENI ed ENEL e tornare di competenza governativa.
  • Ha chiarito che la produzione energetica da fonti rinnovabili deve crescere drasticamente (propone una nuova legge sulle rinnovabili simile al modello tedesco), e che lo schema di produzione diffusa di energia caratteristico del binomio “rinnovabili + fuel cells” è una rivoluzione di democrazia (tutti producono e al tempo stesso tutti consumano).
  • Ha sollevato in consiglio dei ministri la necessità di attuare realmente al più presto a livello normativo nazionale la Direttiva sulla VAS, di avere una visione di insieme sulle grandi scelte strategiche nazionali e perciò di sottoporre a valutazione ambientale strategica tutti i grandi piani e progetti, in modo da discutere preventivamente e rendere la cittadinanza consapevole e partecipe dei processi decisionali che portano a certe scelte.
  • Ha sollecitato alla commissione europea la necessità di produrre uno studio sull’impatto delle nanopolveri sulla salute, in modo da chiarire inequivocabilmente se e in che misura queste siano effettivamente dannose per la salute umana.


Non ho creduto alle mie orecchie, ora aspetto di non credere ai miei occhi.


La foto è prelevata dal photostream di ZioDave.



Un dirigibile da passeggio



Dopo il Kitegen, ecco un altro progetto che sfrutta il concetto di pescare l’energia ad una quota superiore rispetto alle tradizionali pale eoliche. Consapevole delle limitazioni tecniche, degli ingenti costi e delle problematiche di impatto paesaggistico delle tradizionali pale eoliche, la canadese MAGENN ha realizzato uno strano oggetto costituito da una turbina eolica piazzata dentro a un dirigibile gonfiato con l’elio, chiamato MARS (Magenn Power Air Rotor System).

Il MARS può flottare fino a quasi 250m di altezza ed è collegato a terra con un “guinzaglio” che trasmette l’energia elettrica prodotta dal rotore.

Secondo quanto si può leggere nella brochure del MARS, questo generatore “flottante” ha numerosi vantaggi rispetto alle pale eoliche:

  • Basso costo dell’elettricità prodotta (10 cent/kWh)
  • Meno pericoloso delle pale eoliche per uccelli e pipistrelli (manca il supporto)
  • Rumore ridotto (grazie alle dimensioni contenute e alla distanza dal suolo)
  • Adatto a un ampio range di velocità del vento (da 2m/s a 28m/s)
  • Più facile da collocare nel territorio
  • Possibilità di collegarlo alla rete elettrica ovunque si trovi
  • Trasportabile da un posto all’altro secondo necessità
  • Adatto per produrre energia nei luoghi non coperti dalla rete elettrica.

Il primo modello disponibile potrà produrre ben 4kWh con una intensità del vento di “soli” 13m/s – pari 46,8 km/h – ma può resistere a venti di 40m/s di intensità; successivamente MAGENN conta di poter differenziare il mercato introducendo modelli più piccoli o più grandi (fino al megawatt di potenza). Un rotore da 4Kwh avrà un costo medio di circa 10.000 USD e una aspettativa di vita di 15 anni (garantito per cinque).

Devo ammettere che mi sembra una soluzione intrigante; immagino una fila di dirigibili che producono energia in periferia e in campagna e durante l’estate si spostano sulla casa al mare. Chissà che qualche azienda pubblicitaria creativa non offra di compensare il costo del nostro generatore spalmandoci sopra la pubblicità di un dentifricio…

La foto di questo buffo dirigibile è tratta dal photostream di Planetphotoman

venerdì, luglio 21, 2006

Il kitegen fa sognare



Al meeting di San Rossore ho parlato con l'Ing. Ippolito, l'inventore del Kitegen, del quale ho già scritto in un post precedente.
Anche se non ha straordinarie doti di oratore, la genialità del suo progetto era evidente un po' a tutti o almeno è questa la mia impressione.
Sono riuscito ad avere alcuni dettagli della sua "giostra", uno dei quali è che hanno speso qualche centinaio di migliaia di euro solo per la progettazione, anche se ormai è tutto pronto per far "volare" il primo modello.
I materiali e le tecnologie sono di prim'ordine, a partire dalle funi cui sono collegati gli aquiloni, costituite da una fibra capace di reggere trazioni di 30 ton/cm2 (resistenza 8 volte superiore all'acciaio) e pesante meno di 1kg/dm2, ovvero meno dell'acqua.
Un diagramma da lui illustrato evidenziava il progressivo aumento di intensità del vento salendo di quota, che arriva rapidamente a 9-10 m/s a 1000m e può aumentare fino a 18-20 a 5000m.
A 1 km quindi, si hanno a disposizione ben 320KW/mq, una quantità di energia ben più alta di quella a disposizione dei classici pannelli fotovoltaici.
Il problema adesso è rintracciare i soldi per realizzare il prototipo, perchè a quanto pare il 40% concesso dal Ministero dello Sviluppo economico non è sufficiente.
Per illustrare il progetto e cercare finanziamenti, Ippolito ne sta realizzando una sorta di applicazione su piccola scala da installare su un furgone dimostrativo (serve a far capire che funziona, ma non certo a stimare il rendimento di un kitegen "vero", considerando che gli aquiloni in questo caso non possono essere alzati eccessivamente).
Gli ho chiesto esplicitamente se avesse considerato il problema della collisione con gli uccelli e dei fulmini.
Per quanto riguarda i fulmini mi ha spiegato che essendo i cavi di polietilene (e quindi buoni isolanti) l'effetto "antenna" non è possibile, e comunque nel peggiore dei casi si danneggerebbe un aquilone.
Per quanto riguarda gli uccelli, mi ha detto che, sfruttando il fatto che gli aquiloni per loro natura non hanno inerzia (possono cambiare direzione anche repentinamente), è sufficiente un piccolo radar per comunicare agli aquiloni di spostarsi durante il passaggio di uno stormo (o di un aereo ultraleggero che violasse lo spazio del kitegen).

Se funzionerà come promette, entrerà nella storia.

L'immagine è prelevata dal Photostream di ukslim.

Meeting di San Rossore - Special report



Si conclude oggi la due giorni "Energia, il problema, le soluzioni", che a San Rossore ha visto la partecipazione di scienziati, uomini delle istituzioni (io ero presente in questa veste), politici e gente comune per dibattere su come perseguire efficaci politiche di riduzione del consumo energetico e approvvigionamento da fonti alternative.
Il successo di pubblico è stato straordinario, per una manifestazione che aveva grandi spazi di dibattito, ma tutto sommato una parte espositiva molto limitata (interessanti i pannelli fotovoltaici che ricaricano una cella a idrogeno).
Gli interventi erano molto interessanti (su tutti Jeremy Rifkin, Beppe Grillo e Alfonso Pecoraro Scanio), ma il limite della manifestazione stava proprio nella sua ricchezza: le relazioni sulla riduzione del consumo e sulla generazione di energia stavano "tematicamente" in due padiglioni diversi, quindi ho dovuto scegliere, e ho scelto la generazione (con i post di approfondimento che seguiranno a questo).
Piluccando informazioni tra i cartelloni e dentro il pieghevole pubblicato dalla Regione Toscana e da IBIMET ho raccolto queste semplici informazioni:

  • Il consumo medio energetico di una abitazione in italia è 180Kwh/mq l'anno. Con l'edilizia sostenibile si possono ottenere consumi che arrivano a 30Kwh/mq l'anno, ovvero UN SESTO.
  • Per produrre 1 Kg di mais servono la bellezza di 1000 Kg di acqua!!!
  • I biocombustibili , secondo la Dir. 2003/30/CE devono costituire entro il 31/12/2010 il 5,75% (in tenore energetico) della benzina e del gasolio da autotrazione. Peccato che per produrre i biocombustibili serve energia (in buona parte fossile) tale che alla fine solo l'1,8% si traduce in emissioni evitate!
  • Per produrre 1 Kg di PET servono 17,5 Kg di acqua e si ottengono 2,3 Kg di CO2. Siccome una bottiglia pesa 30gr., ogni volta che si compra una bottiglia di acqua se ne spreca un'altra mezza (525 gr.) per produrre il suo involucro!!
  • Entro il 2020, in mancanza di interventi correttivi, l'energia necessaria alle funzioni di "stand by" degli elettrodomestici potrebbe rappresentare il 10% del consumo totale dei paesi industrializzati, per un equivalente di 400 centrali elettriche da 500 Megawatt. E chi gielo va a spiegare a chi si prende un tumore da nanopolveri che si è sacrificato per consentirci di tenere accesa la lucina del DVD?

Potrei continuare, ma mi fermo qui...

La foto pubblicata è tratta dal Photostream di Kosare.

mercoledì, luglio 19, 2006

Micromondo



Sembra incredibile come le fotocamere di oggi superino alla grande le prestazioni degli occhiali e delle lenti di ingrandimento. Questa graziosa bestiola (un ortottero, forse una giovane locusta? Qualcuno chiami un entomologo..) stava nel mio giardino sopra una infiorescenza di menta selvatica che ho a suo tempo estirpato e trapiantato con successo (ma ce n'è così tanta che la sto sperimentando con le zucchine, coi decotti e nello sciroppo).
Come si può vedere era mimetizzata talmente bene che me ne sono accorto solo per caso: non misurava più di un centimetro!

Una colletta per Hubble? Inutile..



La sorte del telescopio spaziale Hubble continua ad essere incerta.
La Nasa aveva previsto di riportarlo giù "in sicurezza" entro il 2006, ma ha cambiato idea molte volte, come si può vedere leggendo questi articoli di spacedaily e MSNBC e adesso il recupero è previsto per il 2007.
Ufficialmente si dice che il rientro era abbondantemente previsto perchè il ciclo di vita del telescopio si sta concludendo, ma in realtà molti sospettano che la NASA non abbia i soldi per rifinanziarlo e ritenga che Hubble abbia perso di utilità.
Ma quali sarebbero i motivi?

  • Innanzitutto le scoperte principali che Hubble doveva fare le ha fatte, ulteriori indagini richiederebbero un sistema ancora più potente.
  • In secondo luogo, in attesa del suo sostituto, lo space shuttle deve centellinare le missioni nello spazio avendo come obiettivo prioritario la stazione spaziale internazionale.
  • In terzo luogo non è utile ai fini del problema più importante dell'astronomia moderna, ovvero la predizione dei possibili futuri impatti da asteroidi.
Quest'ultimo argomento merita di essere approfondito.
Le limitazioni principali sono dovute al fatto di essere uno strumento solo e di essere stato concepito per scrutare il più lontano possibile.
Infatti, per citare un paragone con le fotocamere digitali, hubble è strutturato come una "megazoom" che vede bene oggetti estremamente lontani, ma non ha adeguate capacità "macro", ovvero la possibilità di vedere oggetti molto piccoli ma molto vicini (come asteroidi di 1km che comunque in caso di impatto, se non il genere umano, estinguerebbero quantomeno la civiltà). Inoltre, proprio la lunghissima focale dell'obiettivo fa si che non possa essere osservata la regione di spazio che è prospetticamente vicina al sole, perchè l'eccesso di luminosità brucerebbe completamente il telescopio. Infine, un solo telescopio difficilmente può avere accesso a tutte le regioni dello spazio senza "ostacoli". Per questo motivo, per l'osservazione dei NEO (Near Earth Objects) è nato il progetto LINEAR.
In attesa quindi del suo futuro "decommissioning" godiamoci la montagna di foto che possiamo scaricare dal sito, come la nebulosa "Occhio di Gatto" immortalata in quella che ho allegato al post.

martedì, luglio 18, 2006

Un fitodepuratore sul Lago di Bracciano

Il Lago di Bracciano, pur essendo l'elemento più rilevante dell'omonimo Parco Regionale Naturale, sulle proprie sponde non ha né aree di riserva naturale né percorsi didattici. Inoltre in alcuni suoi punti, un recente studio della qualità delle acque pubblicato da ARPA Lazio e Provincia di Roma ha evidenziato parametri solo moderatamente buoni (ex D.lgs. 152/99).

Si tratta dell'acqua in cui si bagna chi ci vive vicino e che Roma stessa beve.

Partendo da queste considerazioni la naturalista Cinzia Pecoraro (che poi è mia moglie..) ha sviluppato un progetto per realizzare un fitodepuratore, a servizio del Rio della Conca di Polline (inquinato da reflui agricoli e zootecnici) le cui finalità sono anche naturalistiche (sono ricostituiti tutti gli ambienti naturali caratteristici delle aree palustri) e didattiche (ci sono percorsi e strutture di osservazione).

Il progetto ha vinto un concorso di idee indetto dalla Provincia di Roma per la riqualificazione degli ambienti fluviali e lacustri ed è stato pubblicato sull'ultimo numero de "La voce del Lago".

Ci auguriamo di riuscire presto a realizzarlo, nel qual caso vi terrò informati.

lunedì, luglio 17, 2006

Il Kitegen sarà una rivoluzione?




Ho letto di recente che il Kite Wind Generator è stato ammesso ai finanziamenti del Fondo Innovazione Tecnologica del Ministero delle Attività Produttive (G.U 127 3/6/2006 e 128 5/6/2006) Per chi non lo sapesse, il Kitegen, è una sorta di "giostra" che consente di produrre energia meccanica da convertire in elettricità. La "giostra" ruota su se stessa mossa da giganteschi aquiloni collegati tramite funi alle sue braccia. In questo sito potete trovare anche la simulazione di come funziona (necessari "quick time" o "quick time alternative").

Ciò che ha di straordinario questo progetto è che promette di ottenere una resa di un TWh (un terawatt per ora, ovvero 1/30 di tutta l'energia che serve in italia!!), con una struttura di 1,6 km di diametro (calcolato braccio-braccio, la base è molto più piccola).

Ma come funziona? In pratica gli aquiloni andrebbero a pescare i venti costanti e molto intensi che soffiano tra i 2000 e i 10.000 m di quota, eliminando di fatto il problema dei venti deboli e incostanti che condiziona pesantemente il funzionamento delle torri eoliche.

Ma allora si tratta di una rivoluzione? Probabilmente si, però lasciatemi esprimere un paio di preoccupazioni, che saranno fugate, spero, dal prototipo.

Innanzitutto: Che succederà se, come penso, le braccia e le funi del kitegen attireranno fortemente i fulmini ?

In secondo luogo, leggo sul pdf del progetto (il primo hyperlink della notizia) che

In presenza di venti tesi, un singolo aquilone è in
grado di esercitare una forza di trazione che può
arrivare ad alcune centinaia di kiloNewton, navigando
a velocità che possono superare gli 80m/s
(~300km/h.).

Ci stiamo preoccupando perchè le funi del ponte di messina (che starebbero ferme) possono falciare gli uccelli di passo, che dire di funi che si muovono a 80 m/s? Sull'intervista rilasciata dagli autori del progetto al sito nova24, si dichiara invece:

...che poi, a regime, potrebbe estendersi a una piattaforma rotante di 1.600 m di diametro, capace di produrre a 15 giri all’ora (lenta come la lancetta dei secondi)

frase molto più tranquillizzante. Aspettiamo e vedremo, certo è che se la rotazione di queste funi avvenisse a velocità inoffensive per l'avifauna e il rendimento energetico fosse davvero quanto calcolato saremmo di fronte a una rivoluzione.

Incrociamo le dita.

La foto pubblicata proviene dal Photostream di un mio omonimo che ha grandi doti di fotografo!

Azzeromania

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Sono sempre di più, ormai, le società, le istituzioni e perfino le persone che "neutralizzano" le loro emissioni (misurate in tonnellate di CO2 equivalenti) con provvedimenti di riforestazione o di sviluppo sostenibile, prevalentemente in paesi in via di sviluppo. Se volete neutralizzare le emissioni di qualche vostra "attività", non dovete fare altro che stimare quanta CO2 produce (e non è facile) e poi rivolgervi a qualcuno che, possibilmente a basso costo, vi consenta di far sequestrare dall'atmosfera l'effettivo "controvalore" in tonnellate equivalenti, tramite un progetto. Questi progetti possono mirare a immagazzinare una quota di CO2 atmosferica (attraverso riforestazione), oppure evitare che venga emessa da attività umane che fino a quel momento lo avevano fatto. Esempi illustri di persecutori di questa nuova filosofia sono i gruppi rock dei Coldplay (che hanno neutralizzato il costo di produzione di un loro album) e dei Pearl Jam che hanno donato 100.000 dollari (vedi sito) per iniziative di sviluppo sostenibile. Inoltre non mancano gli esempi istituzionali, come i mondiali di Germania.
Come il mercato comincia a diventare fiorente, spuntano anche in italia (tradizionalmente arretrata sulla sensibilità ambientale) le società intermediarie che consentono di avviare e certificare progetti di neutralizzazione delle emissioni, quali Impatto Zero e AzzeroCO2.
Personalmente sono ben felice che possano essere attuati progetti di sviluppo sostenibile nel terzo mondo, anche se a ripensarci, credo che la cultura della "compensazione degli impatti" dovrebbe essere visibile e tangibile anche qui.

La foto pubblicata è prelevata dal Photostream di Pixelcatcher