giovedì, luglio 26, 2007

Un anno/2 - Le scoperte più interessanti


Foto di Kyle Simourd (Chichen Itza)

A conclusione del primo anno di vita del blog, non posso non soffermarmi sulle dieci "scoperte" (almeno per me sono state tali) più interessanti di questo periodo. Mi chiedo cosa verrà fuori di qui al 16 Luglio 2008...

buona lettura

1) La fusione nucleare domestica (leggi post)
In italia c'è un club di persone, appassionati e scienziati, che si sta attrezzando per riprodurre la "fusione (più correttamente una trasmutazione) nucleare" fredda nella cantina di casa propria. Sul loro forum potete seguire passo passo lo stato degli esperimenti.

2) La giostra delle meraviglie (leggi post1 e post2)
Del Kitegen ne hanno parlato più o meno tutti. E' un progetto per costruire una sorta di gigantesca giostra di aquiloni che dovrebbero produrre una quantità notevole di energia (la stessa di una centrale nucleare nello stesso spazio di sorvolo) catturando i venti in quota. Ho avuto la possibilità di scambiare due parole con Ippolito (il suo ideatore), che mi ha dato chiarimenti sui possibili impatti ambientali.

3) Il GPL non è un santo, ma il gasolio è tremendo (leggi post)
Ogni km percorso da una macchina diesel comportava (nel 2003) l'emissione mediamente di un grammo tra formaldeide e acetaldeide (1 kg ogni mille chilometri). A mio giudizio basterebbe già questo per bandirle, ma ci sono anche le polveri sottili. Perfino il GPL, combustibile pulitissimo, ha i suoi difetti: emette troppa CO2.

4) Le strane virtù della pompa di calore (leggi post)
La pompa di calore incarna nell'immaginario il prototipo dei consumi superflui e insostenibili. In realtà è in grado di generare calore con un rendimento del 300%. Non è un assurdo termodinamico, semplicemente succhia il caldo da dove c'è freddo....

5) Il club dei vesuviani (leggi post)
A Pompei andò molto male, ma negli ultimi 7000 anni ci sono posti che hanno visto eruzioni immensamente più potenti. Alcune sono avvenute in terre disabitate, altre no.....

6) La bomba atomica invisibile (leggi post1 e post2)
Ormai non c'è dubbio: Inalare l'ossido di uranio (derivante dalla combustione dell'uranio impoverito) è come installarsi un reattore nucleare nei polmoni. Gli americani lo usano da tempo decantandone le lodi (ai fini militari), ma a quanto pare al pentagono scarseggiano i consulenti medici...

7)Nessuno è perfetto, per essere gentili... (leggi post)
Il Comune di Anguillara, con finanziamento del Ministero dell'Ambiente, ha "messo in sicurezza" la rupe del centro storico. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, e secondo me non era certo la soluzione migliore.

8) Il nucleare "delicato" (leggi post)
E' allo stato di progettazione una tecnologia in grado di realizzare un nucleare pulito, che non produrrà scorie altamente radioattive, non rischierà di esplodere e potrà funzionare con combustibile meno pericoloso dell'uranio. si chiamano ADS o "acceleratori nucleari" e per i prossimi vent'anni non se ne parlerà. Ma dopo?

9) Un nido al calduccio (leggi post)
A Chernobyl alcuni uccelli nidificano dentro il reattore e le foreste si sono ripopolate di grandi erbivori e carnivori. Uno scherzo del destino? Assolutamente no: la mancanza dell'uomo compensa il disagio di vivere in un ambiente mutageno; questo è vero soprattutto per animali di piccole dimensioni e vita breve. Non si finisce mai di imparare..

10) Il mercurio e la qualità della vita (leggi post)
Esistono persone che hanno avuto pesanti danni neurologici dalle otturazioni di amalgama. Alcuni bambini sono diventati autistici per i vaccini. In entrambi i casi il responsabile è il mercurio; anche se i vaccini da poco non lo contengono più e l'amalgama non viene più utilizzato, questo metallo continua ad essere presente , e i suoi danni sottovalutati.

venerdì, luglio 20, 2007

E dopo sei mesi venne il terriccio...


La prima paletta di terriccio, poi setacciata.

Quando porto i miei amici a vedere la scatola magica che ho messo in giardino (grazie al comune di Anguillara) rimangono spesso stupiti. Mozart (così abbiamo chiamato il compostatore) lavora sempre e ha un appetito invidiabile.
L'abbiamo collocato verso fine gennaio in giardino, ansiosi di toccare con mano il processo con cui la natura si rinnova.


Mozart in tutto il suo splendore. Da notare la struttura fatta apposta per intrappolare l'evaporazione.

All'inizio per essere sinceri, non eravamo molto sicuri di ciò che facevamo: qualche sfalcio, due o tre litri di terriccio comprato (giusto per dargli un pool di batteri con cui partire) e un bel po' di
avanzi del pasto. Tuttavia, le basse temperature e la paura di infradiciarlo con troppa acqua (terrorizzati dai nostri vicini avevamo paura di ipotetici orribili miasmi, che non sono mai arrivati) rallentavano la decomposizione.
Dopo un paio di mesi il livello del compostatore era salito, anche se la naturale diminuzione di volume aveva compensato di molto la crescita del materiale.
A fine marzo ci siamo detti che forse era il caso di aumentare l'umidità interna versando anche un po' di acqua della pasta. Da li in poi (complici le temperature in salita) la (come la chiamiamo?) "pedogenesi" ha accelerato rapidamente e se ne potevano "toccare con mano" gli effetti semplicemente mettendo il braccio dentro il compostatore: si sentiva chiaramente il flusso di calore proveniente dalla decomposizione.

I rametti di gelsomino hanno formato una rete che trattiene il terriccio

La scorsa settimana abbiamo deciso di verificare a che punto fosse il processo e finalmente siamo riusciti ad estrarre la prima vasca di terriccio.
Come potete notare dalla foto sopra, non tutto si decompone facilmente: foglie e fusti di gelsomino sono talmente resistenti da formare una sorta di filtro, che però aiuta a mantenere il terriccio in sede fino a maturazione. Una volta estratta parte del fondo del compostatore abbiamo passato al setaccio il tutto per ottenere un terriccio simile a quello che si può comprare. A ben vedere le differenze ci sono eccome: somiglia molto più alla terra di bosco, sia perchè è scuro, più grossolano e aerato, sia perchè non contiene percentuali di "zoccolo duro" (nome in gergo dei fanghi dei depuratori) riciclato.


Il terriccio dopo la setacciatura (grossolana)

Ecco dieci consigli basati sulla nostra esperienza domestica riassunti qui sotto:

1) Inserire gli scarti del pasto e gli sfalci di potatura possibilmente in proporzione di 1:3.

2) Mantenere l'umidità interna alta ma non eccessiva: il compostatore è strutturato in modo da trattenere l'umidità in alto e scambiarla in basso. Tipicamente, un buon tasso di umidità è testimoniato da uno strato superficiale secco di 1-2 cm sotto il quale è possibile scorgerne uno visibilmente inumidito.

3) Triturare gli sfalci senza esagerare: potature troppo ingrombranti aumentano il volume e la dispersione dell'umidità; triturazioni fini, al contrario, portano a una diminuzione drastica dell'areazione e alla "fuga" del terriccio dai lati.

4) Controllare periodicamente la base del compostatore. Se vivete in campagna e ci sono tracce di scavo è possibile che siano arrivati ospiti indesiderati (topolini). In questo caso è bene disporre una fila di foratini sotto la base, per isolarla.

5) Rimuovere il terriccio solo in parte (fino a metà del volume) e solo se effettivamente maturo. Una quota deve restare per consentire il trasferimento dei decompositori agli scarti appena arrivati.

6) Aggiungere, specialmente in estate, una certa quantità di acqua (va benissimo l'acqua della pasta), per compensare la perdita di umidità indotta dalle alte temperature e dall'elevata attività di demolizione.

7) Sotterrare i resti del pasto appena buttati e rimescolare. Specialmente per quanto riguarda la carne e il pesce, il sotterramento accelera la demolizione e impedisce la formazione di cattivi odori.

8) Gettate anche le ossa e i gusci d'uovo. La decomposizione di questi resti è molto lenta, ma consente il rilascio nel compost di calcio e soprattutto di fosforo, indispensabile per l'ottenimento di un concime di qualità.

9) Al momento della raccolta setacciate il grezzo prelevandolo dalla parte inferiore e rigettare la parte setacciata in quella superiore.

10) Somministrate il terriccio in piccole quantità (in fin dei conti, soprattutto se i resti del pasto erano consistenti, è un vero e proprio concime ricco di nutrienti) e specialmente ai vasi, mescolandolo possibilmente a terra più fine, per evitare che i Merli (o altri ospiti) lo scambino per terra smossa dai lombrichi e danneggino il vaso.
Quanto agli effetti sulla produzione di rifuti, i risultati si sono visti presto: una borsa dell'indifferenziato ogni due settimane (inodore e neanche troppo piena). Sarebbe carino calcolare con precisione quanta diossina in meno (e quanti PM10) si libererebbe se i rifiuti che non ho prodotto fossero inceneriti, ma non li ho pesati. Vi ricordo comunque questo post, che ci racconta che il potere calorico dei rifiuti aumenta drasticamente quando si toglie la frazione organica.


Il Callistemo e la Poligala sono stati tra i primi beneficiari del raccolto

A questo punto mi piacerebbe andare dal sindaco a chiedere uno sconto sulla tassa rifiuti (eh si, anche da noi la tariffa ancora non è arrivata), chissà che la cosa non possa essere portata davanti a un giudice di pace...

martedì, luglio 17, 2007

Un anno di segnali verdi/1



Il 17 Luglio di un anno fa cominciava, con il post "Azzeromania", la mia avventura di Blogger su Internet. All'epoca l'idea era di aprire un blog semplicemente per il gusto di segnalare un po' di notizie interessanti lette qua e la o descrivere aspetti del mio lavoro.
Ma ogni blogger che si rispetti, superati i primi giorni di euforia che caratterizzano la scoperta del nuovo mezzo, comincia a porsi molte domande e a voler sapere di più. Prima di tutto, con tutto quello che ho da fare nella vita, perché "investo" il mio tempo in questa attività anche quando è faticoso trovarne? Qual'è il mio scopo? La mia "missione" è cambiata rispetto agli inizi? E che dire di chi mi legge? Come faccio a sapere se i miei argomenti sono più o meno richiesti e condivisi?

Mi sono chiesto innanzitutto perchè fare un blog mio quando ne esistono già diversi che sono più organizzati, tempestivi, ricchi di notizie (prendiamo ecoalfabeta..). Se avessi dovuto interpretare il tutto con la logica della competizione avrei sbagliato, e "perso" la sfida. Mi sono dato l'obiettivo di puntare su un blog che cercasse l'approfondimento, magari su pochi temi, ma con l'occhio dello scienziato, e nel mio piccolo, del divulgatore. In fondo non sono in cerca di successo ne di lavoro, avendone uno che mi piace, e anche molto.

Nei primi tempi mi sono chiesto come pubblicizzare il blog, attirandomi una recensione da parte di ecoblog e qualche citazione di altri, tra cui Blogeko. A ottobre finalmente, mi sono deciso a inglobare il servizio statistico di shinystat, e da li, finalmente, ho cominciato a capire parecchie cose (vi invito a cliccare la piccola icona che compare sul frame di destra della pagina, in fondo).
Per esempio l'immagine sotto (che potete cliccare per andare alla corrispondente interrogazione) ci indica che le visite giornaliere sono passate dai 15 circa di ottobre (il momento dell'inizio della registrazione) ai 55 del periodo maggio-giugno. Nello stesso periodo le pagine viste hanno superato le 110. Dall'inizio delle rilevazioni (e quindi da 9 mesi) ci sono state in complesso quasi 9500 visite e più di 12700 pagine viste.

Il fatto che un blog poco aggiornato (3-4 notizie al mese) sia tutto sommato così visto mi lusinga molto, anche se in realtà ci sono punti deboli.
Il primo di questi è la mancanza di interattività: chi va su un blog si aspetta di poter commentare i fatti, ma nel mio non può e non per limiti tecnologici, ma per una scelta obbligata: infatti, non avendo il tempo di scrivere, ne ho ancora meno per fare da moderatore e non volevo rischiare che qualche esaltato (ce ne sono...) potesse offendere me o chi altro rendendomi (per giorni) corresponsabile delle sue parole.
Il secondo motivo è connaturato all'aggiornamento del sito: i lettori vogliono ogni giorno notizie fresche; se non sei in grado di dargliele, pur apprezzando i tuoi articoli si stancano di collegarsi continuamente vedendo lo stesso post sulla homepage.
Ne è la riprova il grafico sopra, che indica che il 67% delle persone che si collegano mi trova attraverso i motori di ricerca e solo il 20% per richiesta diretta.

Per quanto concerne gli argomenti, ogni periodo ha avuto il suo topic gettonato. Per esempio quando è uscita la versione italiana di "An inconvenient truth" molte persone mi hanno trovato (sono stato tra i primissimi in italia a parlarne, ad agosto, si direbbe uno scoop), ma l'effetto (molto sensibile nel periodo febbraio-marzo) è svanito rapidamente. Al contrario, l'argomento "tetti verdi" sul quale ho scritto solo un post è dall'inizio ricercatissimo (questo si che è un "segnale verde"!).

Cosa farò adesso? Il primo obiettivo che mi pongo per quest'anno è quello di ospitare un po' di pareri di persone che lavorano in vari campi della protezione ambientale, così da dare una voce diretta agli esperti che frequento (per lavoro o per diletto..). Il secondo è di migliorare questo sito, che si poggia su una piattaforma semplice da usare, ma tuttora meno potente di wordpress e simili (spero molto in novità annunciate). Il terzo, se ne avrò modo, sarà quello di attivare finalmente i commenti, in modo da avere scambi di idee più diretti.

Nel frattempo vi ricordo che potete scrivermi.

mercoledì, luglio 11, 2007

Uranio e canguri



Foto di Wallig

L'entusiasmo nella vita fa sempre bene.

E' con questo spirito che il noto editorialista de "Il sole 24 ore" Fabrizio Galimberti ha descritto sul quotidiano, l'otto luglio, i piani di sfruttamento che la compagnia australiana BHP Billiton (la più grande compagnia mineraria del mondo) ha varato per aumentare la produzione della miniera "Olympic Dam", nell'australia meridionale.

Effettivamente, dal punto di vista (puramente) economico quel posto sembra una gallina dalle uova d'oro, visto che si estraggono oro, argento, rame e uranio. Galimberti stesso ci dice che
sotto le dune si celano cornucopie inimmaginabili...
In concomitanza con una salita del prezzo di questo (ahinoi) "prezioso" elemento (pagato da anni per contratto 16 dollari per libbra ma quotato ormai 138), si è fatta strada l'idea di incrementare drasticamente la produzione, in modo da arrivare in questo solo sito a un quarto dell'uranio estratto nel mondo. Sfortunatamente però, di fronte a tale abbondanza di questa preziosità è necessario adoperare sforzi particolari, giacchè (e cito nuovamente l'autore):
La nuova miniera sarà A CIELO APERTO, a differenza di quella attuale, che è sotterranea.
E ora scendiamo morbosamente nei dettagli..
Bisognerà togliere uno strato superficiale di terra di circa 350 metri di profondità, rimuovendo per quattro anni un milione di tonnellate al giorno di copertura su un'area di circa 15km quadrati.
A questo punto vi chiederete dove finisca tutta questa terra. La risposta è che
cambierà perfino l'orografia della zona, dato che una vera montagna sorgerà nei dintorni
Confido che siate rabbrividiti come me, considerando che questa operazione comporta una serie di impatti ambientali potenzialmente spaventosa.

Le domande più pesanti sono:
1) Come si fa a garantire che l'uranio esposto all'atmosfera (per 15km2) non si ossidi e di conseguenza non vada in giro per il polveroso deserto australiano causando una "sindrome dei balcani" agli antipodi?

2) Possibile che la copertura rimossa, pur essendo probabilmente litologicamente diversa, non abbia dentro neanche un po' di uranio pronto a ruscellare via dalla... "vera montagna"?

Ci fermiamo a due domande sole? No, la terza è la peggiore, ma necessita di ulteriori elementi di giudizio. Secondo quanto afferma Galimberti, in Australia sia i conservatori che (recentemente) i laburisti sono favorevoli a liberalizzare la produzione di uranio, ovvero a non mettere limiti né nel numero delle miniere né nella quantità di materiale estratto. Pertanto, la terza domanda è..

3) Quale individuo dotato di un minimo di lungimiranza può pensare di liberalizzare il mercato dell'uranio?

Infatti mi chiedo come sarà possibile di fronte a quantità rilevanti di materiale estratto controllare chi lo acquista e quanto ne acquista (ricordate questo caso accaduto in turchia, e il materiale trafugato in Georgia nel 2002?). Un fisico potrebbe rispondermi che l'uranio di per se è poco radioattivo (Peter Zimmermann del king's college di Londra ne usa un pezzo come fermaporte del suo ufficio) rispetto a Cesio o Cobalto e quindi inadatto a sviluppare bombe sporche, ma sappiamo bene che diventa devastante quando brucia e si sparge come ossido.

La BHP, come ogni multinazionale che si rispetti, sa bene che il problemi ambientali (e la qualità della comunicazione ambientale) possono influenzare il decisore pubblico, e ha deciso di trattare l'argomento con trasparenza (e per questo si merita tutta la mia ammirazione...). Innanzitutto si è certificata ISO 14001 (il che significa che le sue "prestazioni ambientali" rispettano le normative e sono oggetto di miglioramento continuo), in secondo luogo ha costruito un intero sito web dedicato alla valutazione d'impatto ambientale dell'opera. Per il momento c'è scritto poco, ma consultandolo potrete scoprire che è in corso di progettazione un desalinizzatore che avrà lo scopo di estrarre 120.000 metri cubi d'acqua dolce al giorno dal mare (al prezzo di 1,25 MWh di elettricità), indispensabili alle attività di miniera e alla popolazione che il villaggio di Roxby dovrà ospitare a regime (30.000 abitanti). In questo pdf trovate una traccia di come stanno sviluppando lo studio di impatto ambientale.

Non biasimo la BHP, che ormai memore delle passate roventi polemiche e accuse di essere foriera di disatri ambientali ( uno per tutti è la miniera di Ok tedi, in Papua Nuova Guinea) sembra aver maturato un intelligente modo di affrontare il conflitto ambientale con cittadini e associazioni ambientaliste. Non ho parole invece per il comportamento del governo australiano, intenzionato ad avallare un'opera mastodontica e pericolosa, in nome di una "esplosione" del mercato dell'uranio (e dei profitti conseguenti) che spero vivamente non avvenga..