mercoledì, agosto 27, 2008

Veni, vidi e.. massacrai


Dal photostream di sdp

Il mio sogno era quello di fare il paleontologo; mi accontento di essere riuscito a fare il naturalista. Il rammarico è che se nel resto della vita il mio intuito a volte funziona e a volte no, in quel campo ci ho sempre preso. Una delle "panzane" che mi sono sentito raccontare e ho letto all'università, riguardava le massicce estinzioni di grandi erbivori e carnivori avvenute in tutti i continenti (tranne l'Africa) nel corso degli ultimi 40000 anni. In passato, la maggior parte dei paleontologi aveva pensato che fosse tutta colpa di quei "mutamenti climatici", ai quali questi poveri animali, coevolutisi lottando dalla mattina alla sera contro le pressioni selettive indotte dall'ambiente, all'improvviso non avevano saputo più come fare fronte. Come a dire "toh, arriva la quarta glaciazione di fila, mi sono stancato di adattarmi, quasi quasi mi estinguo..". E la cosa più strana è che queste estinzioni sono state rapide (nel giro di qualche millennio, ma a volte di pochi secoli) e hanno coinvolto tutti i grandi erbivori e i grandi carnivori.

Il teorema era veramente strambo, ma andava per la maggiore. Le glaciazioni mietevano vittime anche ai tropici, e selezionando sempre e solo animali grandi che tutti insieme scoprivano improvvisamente di essere inadatti. Senza distinzioni. Senza che una specie potesse approfittare del momento di difficoltà delle sue competitrici, sostituendola. E quando l'ipotesi climatica ha cominciato a vacillare seriamente c'è stato pure qualcuno che per spiegare l'estinzione dei Mammuth ha chiamato in causa l'esplosione di una supernova!
In ultimo, quella che per me era la logica spiegazione, si sta facendo finalmente strada dopo il crescendo di scoperte degli ultimi anni.
Nella sola america del nord sono scomparsi ben 35 generi (quindi ancora più specie) di grandi mammiferi. Una cifra enorme, se solo contate quanti mammiferi vivono attualmente nelle savane africane. Tra questi:

la tigre dai denti a sciabola,
il leone americano,
due generi (paramylodon e megatherium) di bradipo gigante,
due specie di mammuth e un mastodonte,
il cammello americano,
l'orso gigante.
Un elenco molto parziale (per il solo nordamerica) lo potete trovare qui.
Si diceva che non potessero essere state le popolazioni di nativi americani (la cosiddetta cultura "clovis" diffusasi in america tra il 13000 e il 9000 a.c.), perchè solo una piccola parte di questi animali si era estinta dopo il loro arrivo. Nel 2004 però, si è scoperto che esistono tracce di insediamenti umani che datano addirittura a 50000 anni fa (e da poco dopo iniziano le prime estinzioni).

Ma forse la peggiore conferma viene da questo articolo (risalente a pochi giorni fa), che ci porta dall'altro capo del mondo, in Tasmania. Si pensava che l'estinzione della megafauna fosse anteriore alla comparsa dell'uomo sull'isola, 43.000 anni fa. Nuovi resti fossili, una volta datati, hanno dimostrato che invece ci fu un breve (breve!) periodo di sovrapposizione, che probabilmente fu segnato da una mattanza atroce. Si estinsero: il tapiro marsupiale, il rinoceronte marsupiale, il leone marsupiale, tre specie di canguri appartenenti a tre generi diversi, una delle quali (il canguro dal muso corto) pesante 150kg. A queste creature si è aggiunto, a inizio '900, il tilacino.

Con le americhe e l'australia si completa un quadro che copriva già l'eurasia e la nuova zelanda. Tutto ciò ci dimostra che imparare a usare le risorse naturali in modo rinnovabile, per l'uomo, è cosa estremamente difficile...