venerdì, settembre 12, 2008

Viaggio in Corsica - La natura


La spiaggia degli ostriconi, tra il deserto degli agriati e isula rossa

Avete mai visto le previsioni meteo della Francia? Per poter mostrare la Corsica senza rimpicciolire troppo il continente sono costretti ad avvicinarla in modo innaturale alle coste della provenza, come se un cataclisma tettonico l'avesse riportata li, da dove si era staccata trenta milioni di anni fa.

Al contrario, guardando i Giuliacci di casa nostra, la vediamo nella sua posizione reale, ma è completamente ignorata, come se fosse disabitata e quindi senza importanza. La Corsica invece è quasi a contatto con la Sardegna a sud ed è separata da due-quattro ore di nave (a seconda della tratta) dall'italia continentale: E' qui davanti, ma nessuno la vede.

Di fatto, il mare dell'isola è molto bello, ma non dissimile dalla Sardegna. La vera differenza la fanno le montagne, e il fascino della sua incredibile storia. In tutta la Corsica ci sono una decina di montagne che superano i 2000 metri (molto di più di quanto non sia il Gennargentu in Sardegna); tre di queste superano i 2500 e il monte Cinto, la vetta più alta, arriva a 2706. Praticamente, il paesaggio montano e altomontano si prendono i due terzi del territorio. A loro volta, le vette corse hanno l'aspetto aspro e inaccessibile delle alpi, invece che quello stondato e scialbo degli appennini (a parte qualche eccezione come le Apuane, la Val d'Aveto e la Camosciara). Tutto questo è dovuto al fatto che le montagne corse che osserviamo in realtà non sono giovani (e quindi coperte da una coltre di rocce sedimentarie friabili), ma sono la base (quel che rimane) di montagne molto più imponenti erose nel corso di parecchi milioni di anni.

E quindi, saltata la fragile copertura sedimentaria affiorano rocce metamorfiche o intrusive durissime, difficili da fratturare e dilavare, che formano pinnacoli, guglie, figure di erosione di straordinaria bellezza.

Sotto al piano eminentemente altomontano (>2000m), dove si procede solo con i sentieri segnati, ci sono le foreste. E che foreste. Il Pino Corso la fa da padrone, con alberi alti, stretti, fitti e tronchi di notevoli dimensioni. La strada N193 (la dorsale centrale dell'isola) passa proprio in mezzo alla Foresta di Vizzavona, forse la più conosciuta e una delle più belle.

Per chi vuole godersi la montagna non resta che trovare una casa a Corte, nel centro politico e geografico dell'isola e andare in escursione lungo le gole della Restonica, al passo di Verghju, o al monte Cinto, passando dalle gole dell'Asco. In tutti e tre i casi ci si trova a procedere con la macchina lungo stradine strette dove le rocce incombono da un lato e lo strapiombo (quasi invariabilmente senza parapetto) dall'altro. Sono gole molto profonde, sul fondo delle quali scorrono fiumi che mulinando hanno scavato nel tempo piscine naturali di rara bellezza (l'acqua però è fredda!!).

Per chi ha una giornata (intera, e partendo molto presto) da dedicare al paesaggio Corso, consiglio in particolare il tour Corte-Ajaccio passando dal Passo di verghju. Salendo si transita attraverso una gola a strapiombo immersa in un paesaggio semidesertico, per poi passare a una foresta di conifere (con faggi e betulle!!) in altitudine. Superato il passo c'è la foresta di Aitone (con le cascate), e le gole della spelonca (splendide) contornate da montagne rosse mattone. Arrivati sul mare dal lato ovest (Porto), scendendo verso Ajaccio si incontrano le Calanche di Piana (patrimonio dell'umanità UNESCO) lungo le quali una strada strettissima si inerpica, mostrando un panorama di pinnacoli color ocra che svettano in mezzo al bosco con lo sfondo del mare.

Visti questi paesaggi, il mare sembava un'attrazione di poco conto, anche se va detto che ci sono spiagge in zone selvagge quasi inaccessibili (comela Saleccia, nel deserto degli agriati), alcune delle quali molto belle (la spiaggia degli ostriconi, sulla costa di ogliastro, ha un'area umida retrodunale e nessuna traccia di attività umane nel giro di due km di distanza).

Anche la fauna corsa ha le sue peculiarità. C'è da parlare in particolare della Testuggine di Hermann (testudo hermanni var. corsica), una tartaruga terrestre che vive nella macchia, e dei maiali “selvatici” (razze domestiche incrociatesi con i cinghiali locali) frequenti ai bordi delle strade, per tacere della quantità notevole di rapaci che volteggiano dentro e fuori dalle gole dell'interno.

Ho pubblicato sullo spazio web di Picasa alcune foto della vacanza (Corsica1 e Corsica2), con tanto di geotagging per mostrare il punto in cui sono state scattate (le località di cui vi ho parlato sono presenti); è vero purtroppo che non rendono abbastanza, sia perchè in molti dei punti più suggestivi non c'è lo spazio fisico per fermare l'auto, sia perchè l'esatta percezione di certi paesaggi la si coglie solo vivendoci immersi dentro.