mercoledì, gennaio 28, 2009

Minerale Vs. Rubinetto


Foto di Luca Candini, da Flickr

E' in voga la concezione che l'acqua del rubinetto sia migliore di quella minerale. Lo dicono in tanti, spesso solo perchè ripetono ciò che hanno sentito dire. La verità, come sempre, è più complessa di quello che sembra.

Innanzitutto vanno tenuti presenti due fondamentali fattori: Primo: l'acqua del rubinetto è clorata, la minerale no. Secondo: le normative cui si riferiscono l'acqua potabile e quella minerale sono diverse, ed hanno soglie diverse. Potete approfondire la questione leggendo questo studio (esaustivo) sulle differenze tra le due normative, che ci dice chiaramente che a seconda del parametro considerato, una delle due è più restrittiva dell'altra.

Facciamo un esempio: L'1,2dicloro-etano (un alometano tossico) ha un valore soglia di 3 ug/L per le acque potabili e 0,1 per le minerali, ovvero un trentesimo del valore. Al contrario, il Cloruro di Vinile ha una soglia di 0,5 ug/L per le potabili, mentre non è neanche previsto (cioè non viene cercato) per le minerali.

Altri esempi si sprecano: I cianuri possono raggiungere i 50 ug/L nelle potabili ma non devono superare i 10 ug/L nelle minerali. Al contrario il Manganese non deve superare i 50ug/L nelle potabili ma può raggiungere i 500 ug/L (dieci volte!!) nelle minerali!

Tutto questo ci porta a capire cheil paragone, preso in questi termini, non ha alcun senso. Le acque minerali sgorgano da una sorgente (e rappresentano volumi d'acqua "relativamente" contenuti - o almeno dovrebbero), mentre le acque potabili vengono prelevate da acquedotti o pozzi e devono servire a una quantità impressionante di usi.
Siccome l'acqua potabile deve essere tanta, non può essere garantito che il "prodotto di base" abbia un'alta qualità, perchè altrimenti non si saprebbe dove prenderla. Inoltre, per queste ultime, c'è bisogno di un sistema di disinfezione "preventivo" che dia la possibilità all'acqua di rimanere batteriologicamente pura anche dopo essere stata spinta per centinaia di metri in tubazioni che potrebbero non essere perfettamente isolate (una contaminazione ricorrente nelle acque da potabilizzare è rappresentata dai batteri fecali: coliformi, enterococchi..).

E qui sta il punto. "Disinfettare", significa uccidere delle forme di vita (tipicamente unicellulari, batteri o protozoi). Poichè le membrane cellulari degli esseri viventi sono costituite fondamentalmente nello stesso modo, in linea di principio non esiste alcun disinfettante che non sia tossico anche per l'uomo. E' solo una questione di quantità.

A seguito della clorazione si formano composti ad effetto tossico come per esempio alometani, benzene, cianogeni, chetoni e fenoli. Ve ne potete accorgere prendendo un bicchiere di acqua del rubinetto, lasciandolo sul comodino tutta la notte e bevendolo la mattina. Se sentite un odore e un sapore disgustosi, è semplicemente perchè la degradazione del cloro molecolare ha portato alla ricombinazione dei radicali cloro con le molecole organiche, creando cospicue quantità di sostanze derivate, alcune delle quali nocive.
Ci si può chiedere allora, perchè lo si continui a usare. La risposta è semplice: perchè è considerato il male minore. Può essere sostituito con altre molecole e procedimenti (clorammina, ozonizzazione..), che comunque generano a loro volta altre classi di composti tossici (potete verificarlo in questo studio, a pag. 4).
Il mio consiglio personale dipende dai vostri gusti. Se preferite bere acqua minerale, (magari quelle a "km 0"), confrontando le etichette in modo da evitare acque con un'elevata concentrazione di nitrati (sintomo di inquinamento organico), oppure installare un apparecchio per la rimozione del cloro sotto il rubinetto di casa, fermo restando che gli apparecchi a filtro possono creare danni peggiori dei problemi che intendono risolvere, se non vengono sottoposti a manutenzione costante (ma questa è un'altra storia...).

A proposito, a questo indirizzo trovate i valori previsti dalla normativa statunitense, per confronto.