giovedì, marzo 29, 2007

Un castoro grosso e invincibile


A prima vista, quando esce dall'acqua, può sembrare un animale simpatico (fatevi un giro sul lungolago di Anguillara e facilmente potrete avvistarlo), anche se a qualcuno ricorda un grosso ratto. In realtà da quando è arrivata in europa, la Nutria si è fatta un sacco di nemici. E si tratta di una schiera così trasversale che al confronto impallidisce perfino l'indulto passato in questo parlamento. Il motivo è semplice: come tutte le specie "alloctone" (che recentemente, per moda, vengono chiamate ALIENE), quando viene a contatto con un mondo che storicamente non le appartiene, rischia di fare danno al sistema naturale e a quello antropizzato.
Per capire perchè possiamo fare un (audace) parallelo che ci spiega efficacemente come funzionano in natura certi meccanismi.... anche raffrontandolo a un caso umano. Un manipolo di una manciata di conquistadores guidato da Hernan Cortes riuscì a soggiogare ed annientare l'esercito azteco, sfruttando una superiore strategia di guerra, mezzi tecnologici immensamente più avanzati e molti scrupoli in meno: tradotta in termini evolutivi, la capacità di sopraffare l'avversario riducendogli le risorse e i mezzi per sopravvivere. Questa specie, innanzitutto, prolifica con estrema rapidità: ogni covata da alla luce tra i 4 e i 5 cuccioli e alle nostre latitudini tutti i mesi sono buoni. Questi piccoli nel giro di 5-6 mesi sono già maturi e pronti a figliare a loro volta (di peggio c'è solo l'Alien di Ridley Scott..). La Nutria è una grande divoratrice di germogli, tuberi e uova di uccelli ed è capace di scavare tane e cunicoli digregando gli argini di terra nel giro di breve tempo. La sua azione di rivoltamento sistematico dei suoli palustri contribuisce alla scomparsa delle piante più delicate e all'affermazione di quelle più infestanti. Oltre a predare le uova poi, sottrae aree utili alla nidificazione (come gli isolotti delle aree fluviali e palustri) calpestando i nidi e insediandovisi vicino. Se vicino al suo territorio ci sono delle colture appetibili poi, si intrufola nei campi cercando di spazzolare tutto quello che trova (per esempio è ghiotta di carote, radicchio e barbabietole). Dulcis in fundo, come tutti i roditori è capace di veicolare simpatici parassiti come la fasciola epatica o la leptospira. Se può essere tacciata di tutti questi crimini, ha un po' meno responsabilità nei confronti della Lontra, per la quale compete per i siti rifugio, ma quasi per nulla nella dieta. E comunque la Lontra in italia era in via di scomparsa per cause esclusivamente antropiche ben prima del suo arrivo.
In Italia ci sono state diverse sperimentazioni per tentare di "eradicarla", con risultati scadenti: per contrastare la sua capacità riproduttiva richiederebbe un sistema di cattura e soppressione capillare e incessante.

Ci hanno provato diversi soggetti:
Nel 1996 la Provincia di Ravenna organizzò una campagna di catture e soppressioni per il controllo della popolazione all'interno di un area di 450ha. Risultato: in un anno 1026 esemplari soppressi, pari a 4,3 tonnellate di peso. Dal 1997 le catture sono sistematiche (19.000 animali in 7 anni), condotte sulla base di un piano annuale degli abbattimenti.
Anche la Provincia di Vercelli e il Parco fluviale del Po hanno cercato di realizzare un piano di abbattimento: nel periodo 1997-2000 sono state eliminate 825 Nutrie, con il risultato che nell'arco di quei cinque anni i danni da fauna selvatica imputabili a questi animali sono saliti dal 2,4 a quasi il 10% del totale degli indennizzi.
Il Centro di documentazione e promozione del Padule di Fucecchio (tra Lucca e Pistoia), ha provato nel periodo 2003-2004 a realizzare un progetto di controllo delle popolazioni di Nutria. Tra Maggio 2003 e Settembre 2004 sono state catturate, uccise e studiate ben 379 Nutrie, all'interno di due (piccole, poco più di 200ha) riserve naturali: la strategia di contenimento ha dato dei frutti, ma come emerge dalle stesse conclusioni dello studio, occorrerebbero uno sforzo finanziario notevole e un coordinamento territoriale su larga scala, entrambi prolungati negli anni, per ottenere buoni risultati.

In conclusione, ormai c'è e dobbiamo tenercela, al più contenerla nei limiti del fattibile. Si può obiettare che forse non è molto bello organizzare mattanze con trappole a sparo (vengono in mente i tonni e le foche) e che in fondo si tratta di animali che affrontano semplicemente la quotidiana lotta per la sopravvivenza. Ma se ragionassimo così, all'estremo, vedremmo (come fece Montezuma) scomparire i più deboli sotto i colpi dell'invasore. E silenziosamente.

mercoledì, marzo 14, 2007

Quell'aereo è una bomba (ecologica)!


Foto di Brappy

Quando l'energia comincerà a non essere più a buon mercato (e se non ve la sembra nemmeno ora aspettate di vedere cosa ci riserva il futuro...), il primo dei settori economici ad andare in crisi e il più rapido a subirne pesantemente gli effetti sarà quello dei voli aerei.
Il motivo è semplice: il costo (economico) dei voli attualmente non tiene conto dei costi (ambientali) conseguenti (provate a leggere questo articolo di repubblica, che lo diceva già più di due anni fa.., o questo fresco articolo del Christian Science Monitor). Immagino il classico qualunquista che mi risponde: "E chi se ne frega? voi siete dei fissati..". Eh no, i costi ambientali sono ovviamente anche economici; semplicemente, ci vuole un po' di lungimiranza nel considerarli e qualche formula magica per calcolarli. E una volta calcolati finiranno inevitabilmente dentro al biglietto....

La CO2, l'inquinante che non inquina
L'anidride carbonica è un costituente essenziale dell'atmosfera da miliardi di anni. Se non ci fosse le piante morirebbero, e con esse noi. Il problema però è che grazie a ai nostri stili di vita e alla nostra voracia di combustibili fossili ora è troppa. Indovinate quanta ne produce un viaggio aereo? Posso cominciare dandovi l'indirizzo di due siti che consentono di calcolare quanta CO2 si emette con un viaggio. Il primo di questi (grazie a Blogeko) è Ecocomparateur, strumento ideato dalla SNCF (l'analoga di Trenitalia in Francia)...., poi c'è Bellomundo, che è un po' grezzo (chiede solo la lunghezza del volo aereo) ma immediato. Infine, il migliore, che è ChooseClimate, da l'impressione di stimare un po' più accuratamente quali sono le emissioni reali (Usate IE, a me ha dato problemi di visualizzazione con Firefox 2). Un consiglio: Se volete fidarvi di ciò che dicono non provate a usarli in contemporanea, i conti non tornano (questo accade perchè in realtà bisognerebbe conoscere il modello di aereo, la lunghezza effettiva del tragitto e il carico di persone presenti). Cmq, credendo a ChooseClimate, un viaggio in Nuova Zelanda (che il destino mi impedisce di fare da svariati anni), mi costerebbe la bellezza di 11,8 TONNELLATE di CO2 (se fatto con un Jumbo 747 pieno all'80%) richiedendo la stessa energia che serve a sfamare 17 persone in un anno!
Non è una novità, gli Amici della Terra lo sostengono già da parecchio tempo. Un articolo del Guardian, che risale addirittura al 2000, ci dice che hanno calcolato che un solo volo Londra-Miami di una persona emette un quantitativo di CO2 superiore a tutta quella emessa dall'automobilista medio inglese in tutto un anno, mentre i voli commerciali di tutto il mondo emettono nell'unità di tempo all'incirca la stessa quantità di CO2 delle attività umane di tutto il continente africano (a onore di cronaca va detto che i dati sono stati considerati sovrastimati, ma sicuramente non.... "campati in aria").

Il Kerosene. Più tossico di così...
Purtroppo però il problema non è solo la CO2 (magari fosse solo quello...). Il combustibile degli aerei è sempre e solo il Kerosene, che ha tutti i difetti che si possono immaginare per un derivato liquido del petrolio. Leggendo questa scheda tecnica della Valero (la più grande raffineria del nord america, come si definisce sul proprio sito), apprendiamo che questo prodotto contiene

il 3% di Naftalene
il 2% di Xilene
l'1% di Toluene ed etilbenzene
lo
0,5% di Benzene

Ovviamente stiamo parlando di composti (chi più chi meno) tossici, mutageni e/o cancerogeni, che se dispersi in aerosol entrano nei polmoni con danni acuti e cronici pesanti.
Per esempio, (nella scheda leggete le pp. 7-8) il LDL0 (dose letale minima osservata in letteratura), se assunta per via orale, di Kerosene puro, è 500mg/Kg di massa corporea; quindi una persona di 65kg di peso viene uccisa da 37,5 grammi di kerosene (per via orale). Di Xilene, Toluene e Benzene ne basta un decimo.
Si potrebbe obiettare che nessuno va a respirare i vapori di kerosene sugli aerei, ma non è affatto vero, spesso li sentiamo distintamente, quando ne prendiamo uno, ma a questo problema e alle sue conseguenze epidemiologiche dedicherò un post apposito (il materiale è tanto, e vale la pena di documentarsi bene...) .

L'Uranio impoverito. Mansueto (finchè tutto va bene).
Infine, come non citare il fatto che molti aerei di linea contengono contrappesi fatti di Uranio Impoverito? Secondo il sito del "Wise Uranium Project" un Boeing 747 fabbricato prima del 1981 (anno in cui saggiamente hanno deciso di rimpiazzarlo col tungsteno) contiene all'incirca 850Kg di Uranio impoverito, usato come contrappeso, e si stima che nel 2000 ancora circa la metà dei 747 ancora in circolazione lo utilizzasse. Ancora peggio per i DC-10 di McDonnel Douglas, otto dei quali sono stati consegnati all'alitalia dal '73 al '75 e sono stati nel tempo rivenduti o rottamati. Questi aerei contenevano circa una tonnellata di uranio impoverito ciascuno.

Come ho scritto in un recente post, l'uranio impoverito è mansueto fintanto che è tenuto a temperatura ambiente e protetto ermeticamente. Se esposto ad alte temperature, polverizzato o mantenuto a contatto con il corpo per lungo tempo può essere micidiale. Infatti, è sospettato di aver causato la morte di persone esposte per lungo tempo ai fumi degli incendi causati da incidenti aerei (vedi le twin towers), ma di questo ne riparleremo.

Che dire alla fine di questa carrellata? Credo che per l'industria aerea l'età dell'oro sia questa e stia per finire. Purtroppo allo stato attuale questi mezzi sono il vessillo dell'insostenibilità, e dubito che mai potranno rappresentare il contrario. Per andare da un luogo a un altro a 1000km/h ci vuole troppa energia; o meglio, troppa per essere prodotta con mezzi sostenibili.

Quindi il futuro ci metterà davanti a un bivio: vuoi andare a Miami? o ci vai in 10gg, o paghi un sacco di soldi. E tutto sommato è giusto così.