mercoledì, febbraio 06, 2008

La storia assurda dei fari radioattivi


Foto dal photostream di Bryckmantra

Se proprio dobbiamo immaginare un popolo che ha un rapporto morboso con l'atomo, questi sono senz'altro i russi. Nonostante dispongano da sempre di enormi quantità di gas naturale e petrolio, grazie alla sciatteria e a questo amore perverso per l'energia nucleare i governi russi (specialmente ma non esclusivamente in età sovietica) hanno riempito i mari e le terre loro e dei paesi satelliti di rottami radioattivi.

La storia di cui parliamo oggi inizia negli anni '60, quando i primi reattori nucleari cominciavano a funzionare, e a produrre isotopi "di scarto" come lo Stronzio 90. Questo simpatico isotopo ha un tempo di dimezzamento di 29 anni ed è considerato ad alta radiotossicità secondo il D. lgs. 230/95 (in particolare è un agguerrito sterminatore di cellule staminali). Tuttavia, proprio perchè l'energia di decadimento è molto sostenuta, può essere usato per comandare dispositivi elettrici, come se fosse una sorta di gruppo elettrogeno. Per questo sono nati in quegli anni i "Radioisotope thermal generators", usati per far funzionare fari marini, stazioni metereologiche, dispositivi di segnalazione isolati. Il faro di Baltimora fu il primo equipaggiato con un dispositivo simile, ma l'esperimento durò solo un anno. I Russi cominciarono poco dopo, e ne seminarono una quantità industriale (almeno un migliaio, pare) in giro per le coste sovietiche: fino al baltico e alla Norvegia da una parte e a sahalin dall'altra. Il risultato (lo dice un report IAEA recente) è che ci sono ancora 582 fari e stazioni RTG sparsi in giro, molti in pessimo stato di conservazione. Di questi ce ne sono ben

90 nel Mar Baltico (nel golfo di finlandia)

51 lungo le coste dell'Europa del Nord (Norvegia soprattutto)

Il grande vantaggio di questi RTG era la durata del combustibile: caricando un piccolo cilindro di piombo (o uranio impoverito) contenente l'Sr90, si poteva arrivare a dieci anni di autonomia di funzionamento, apparentemente senza alcuna manutenzione richiesta. E' stata proprio la mancanza di manutenzione (oltre alla sciatteria) a creare una pesante emergenza ambientale. Manco a dirlo, i fari sono stati in buona parte abbandonati a se stessi con scarsi o nulli controlli. La russia, in cronica mancanza di fondi (o almeno questa è la scusa; del resto servono almeno 130 milioni di dollari per recuperarli e rimpiazzarli con generatori diesel) si è rivolta all'IAEA per chiedere fondi ai paesi che ne stanno subendo le conseguenze (Norvegia e Canada soprattutto).

Nel frattempo però sono già accaduti alcuni disastri. Alcuni esempi:

  • Nel 2001 due persone furono gravemente irraggiate mentre smantellavano due RTG (nella penisola di kola). Non erano stati informati della natura del sistema di alimentazione del dispositivo.

  • Nel 2002 furono ritrovati due fari RTG (sempre nella penisola di kola) che erano stati "vandalizzati". Qualche malintenzionato si era avvicinato per sottrarre del metallo da rivendere ai ferrivecchi, lasciando lo Stronzio 90 all'aperto (libero di irraggiare e di dilavarsi) esposto alle intemperie. Le autorità russe hanno stimato che i vandali avessero probabilmente ricevuto una dose mortale di radiazioni. Nello stesso anno tre cacciatori, in Georgia, furono gravemente irraggiati quando, in un bosco, inciamparono su un RTG abbandonato.

  • Nel 2003 un gruppo di esperti governativi ispezionò tutti i fari RTG di cui si avesse notizia in siberia. Molti di questi non avevano mai ricevuto manutenzione, emettevano radiazioni eccessive anche da lontano e quindi da chissà quanto tempo avevano iniziato a perdere materiale radioattivo. Ma la cosa peggiore è che alcuni di questi non furono mai trovati. Forse si ruppe la boa di galleggiamento e precipitarono in fondo al mare, forse furono sottratti da terroristi, forse furono recuperati e gettati chi sa dove o smantellati da altre persone ignare.
Tutte queste notizie (e purtroppo molte altre), sono riportate in particolare sul sito dell'associazione ambientalista norvegese Bellona. Gli articoli sono questo e questo.

Fortunatamente, L'IAEA sta approntando un grande piano di smantellamento, che dovrebbe essere pronto a breve. Nel frattempo ricordiamoci che cosa significa far maneggiare la tecnologia nucleare a un paese che non è in grado di garantirne la sicurezza....