martedì, febbraio 13, 2007

Sorpresa, siamo tutti ambientalisti!


Foto di BookHouseBoys

Se c'è un motivo per cui dobbiamo ringraziare questo inverno non è solo per la diminuzione degli episodi influenzali o per il piacere di trovare il giardino fiorito a febbraio, ma anche perchè ormai i telegiornali (soprattutto RAI) ci aggiornano quotidianamente sui problemi innescati dal cambiamento climatico. E mentre gli agricoltori, preoccupati, si stanno convertendo in massa alla causa del protocollo, fioriscono i tentativi (a volte maldestri) di cavalcare l'onda da parte di convertiti dell'ultima ora, spesso solo di facciata, che hanno cominciato a fiutare il pericolo che contestualmente all'innalzamento del livello delle temperature ci sia anche l'abbassamento di livello delle schede elettorali in loro favore.
Il segnale più importante del cambiamento climatico non è tanto, ormai, il numero di brinate/anno, ma il numero di economisti che cominciano a sapere cosa significa "protocollo di kyoto". Dopo Padoa Schioppa, che si è spaventato quando il rapporto "Stern" lo ha informato che il 20% del PIL mondiale potrebbe essere eroso a breve dal cambiamento climatico (eh certo, per spaventare un economista ci vuole un altro -blasonato- economista, mica bastano qualche migliaio di scienziati...), anche Bersani ha ormai accettato l'ineluttabilità della necessità di incentivare le fonti alternative (e ce lo dice questo articolo di Qualenergia di oggi).
Addirittura, l'ex ministro dell'Ambiente Matteoli, arcinoto per la sua assoluta inadeguatezza al ruolo che ha ricoperto per cinque lunghi (per me poi, che in quel posto ci lavoravo..) anni, dopo averci portato a una eccedenza annua di 97 milioni di tonnellate di CO2 (monetizzabili in 2 miliardi di euro di multa l'anno) e dopo aver organizzato fior di convegni negazionisti (vedi puntata delle iene del 5 febbraio) ha voluto fare l'agnellino, domenica sera allo speciale TG2, dicendo che la situazione è seria, serve un mix di fonti e (per non smentirsi..) in fondo in fondo anche gli inceneritori e il carbone pulito vanno bene.
Ma la palma del "furbetto del palazzino" va al (come sempre) simpaticissimo On. Tremonti, il quale intervistato sul cambiamento climatico, ha firmato una grandiosa performance di furbetteria approfittando del qualunquismo e dell'ignoranza dell'ascoltatore medio. L'onorevole, (forse un po' fazioso? forse un po' manicheista?) ha intuito che i suoi ascoltatori potevano "dividere" i politici tra quelli (lungimiranti) che sono un po' preoccupati della situazione e quelli (miopi) che pensano che siano tutte balle. A quel punto, pur di non stare dalla parte dei cattivi, ci ha fatto notare che... ci sono quelli che vorrebbero tornare sugli alberi, rinunciare alla macchina e così via ...e quelli che pensano che se l'uomo ogni tanto crea dei problemi può anche mettere in campo i mezzi per risolverli. Fantastico! Come passare dalla parte del torto a quella della ragione con un giochetto di parole.
Peccato che non si sia accorto che così perfino lui accoglie la tesi della responsabilità umana del problema....