mercoledì, aprile 09, 2008

Rubbia: o ADS o niente (bravo!)!


Dal photostream di flokru

Quando ho letto la notizia ho pensato che il giorno dopo sarebbe successo il finimondo. Il 30 Marzo è comparso un articolo su Repubblica.it, attraverso il quale Carlo Rubbia si lanciava quasi "a gamba tesa" dentro il dibattito nucleare prendendo posizione CONTRO la maggior parte delle tecnologie nucleari, eccetto l'affascinante ADS, che (insospettabilmente!) ha conquistato anche me (come avevo scritto tempo fa).
Qui segue un pezzetto dell'intervista:

Ma non si parla ormai di "nucleare sicuro"? Quale è la sua opinione in proposito?
"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo".

In che cosa consiste?

"Nella possibilità di usare il torio, un elemento largamente disponibile in natura, per alimentare un amplificatore nucleare. Si tratta di un acceleratore, un reattore non critico, che non provoca cioè reazioni a catena. Non produce plutonio. E dal torio, le assicuro, non si tira fuori una bomba. In questo modo, si taglia definitivamente il cordone fra il nucleare militare e quello civile".
Ebbene si, stava parlando degli ADS, ma visti come alternativa, e non complemento, rispetto al nucleare tradizionale. In più, Rubbia si è lanciato in una considerazione molto importante:
Un prototipo da 500 milioni di euro servirebbe per bruciare le scorie nucleari ad alta attività del nostro Paese, producendo allo stesso tempo una discreta quantità di energia.
Effettivamente, ogni anno in Italia si producono 500 tonnellate di rifiuti radioattivi (alcuni ad alta attività) come residuo di trattamenti ospedalieri o di macchinari industriali. Queste scorie inevitabilmente si sommano a quelle già esistenti stoccate nei vari depositi presenti sul territorio. L'idea di Rubbia quindi è che un ADS servirebbe anche solo per bruciare le scorie che produciamo, e al contempo potrebbe farci intraprendere un percorso orientato a una tipologia di nucleare veramente sostenibile.

L'unico problema è che costruire un ADS non è (ancora) cosa facile, sia per i costi che per i tempi. Prima di tutto 500 milioni di euro sono 1000 miliardi di lire, il che è molto per giustificare un impianto sperimentale, e non sarà facilmente sostenuto da un solo stato. Questo è il motivo per cui l'unico progetto di ADS in avanzato stato di sviluppo, il progetto MYRRHA, è una joint venture di più paesi. Il secondo motivo è che i tempi di realizzazione (data la natura ancora sperimentale della tecnologia) sono molto alti (si parla di inizio dell'operatività nel 2015 e fine della sperimentazione nel 2020. solo allora esisterà un prototipo di ADS da utilizzare su scala europea).

Perciò, considerando la nota lungimiranza del fresco vincitore di elezioni e i comportamenti avuti dalla precedente maggioranza di destra verso Rubbia, dubito che sarà questa la strada intrapresa.
Fino a prova contraria.