venerdì, ottobre 05, 2007

La sopressione della prima e unica agenzia per i parchi


Beato federalismo. E' consolante sapere che ogni tanto le regioni hanno una grande intuizione (anzi, in questo caso, che avallano una grande intuizione avuta da qualcun altro, e precisamente il conosciutissimo e blasonatissimo Maurilio Cipparone). E' molto meno consolante scoprire che dopo tanti anni che questa buona idea è diventata realtà, i successori di coloro che ne hanno permesso la nascita hanno deciso di decretarne la morte.

Ma andiamo con ordine, e scendiamo nel dettaglio.
Correva l'anno 1993, quando su proposta di un giornalista, ex funzionario della regione Lazio, nonchè fondatore ed ex presidente di Greenpeace italia, la regione decise di istituire una Agenzia per i Parchi del Lazio (ARP). L'idea era rivoluzionaria, perchè per la prima volta si prendeva atto che era praticamente inutile creare decine e decine di enti gestori di aree protette per poi non popolarle di validi naturalisti, guardie, esperti di comunicazione. Ma assumere una massa notevole di persone per ogni area protetta sarebbe stato uno sforzo troppo grande..e probabilmente nemmeno necessario.

Così nacque l'ARP, costituita di personale di varia estrazione (geologi, naturalisti, esperti in comunicazione, guardie ambientali), che di volta in volta poteva svolgere servizi per i vari parchi del Lazio, ottimizzandone i tempi di lavoro e le attività promozionali e naturalistiche ma gestendone anche il controllo del territorio. L'ARP è l'unica agenzia regionale mai creata per questo scopo in italia, ed è stata spesso presa ad esempio come centro "di eccellenza" per le cosiddette "buone pratiche ambientali".

Oltre ai costi, un'impostazione del genere presenta un altro grosso vantaggio: la possibilità di concepire progetti di sistema tra le aree protette e di "orchestrare" tutte le attività di rete (per esempio calendari escursionistici e attività promozionali unificati per tutti i parchi). In più i dipendenti di ARP possono essere "intercambiabili" con i dipendenti degli enti parco, per cui, acquisita una determinata professionalità hanno poi la possibilità di "spostarsi" localmente per trasferire le loro conoscenze al servizio diretto di un ente.

Una grande idea.

Peccato però che la Regione Lazio, coinvolta nella bufera degli enti inutili, ha deciso di sopprimere l'agenzia "trasferendo" le competenze al rispettivo ufficio della Regione. In questo caso però, non riesco a pensare che non sia UNA SCUS., considerando che c'erano diversi altri motivi per prendere una decisione del genere.

Innanzitutto, dopo la fine della presidenza Cipparone (era il 2004), l'ARP è stata continuamente commissariata, e già da tempo avevo sentito dire che esisteva una certa volontà di sopprimerla.

In secondo luogo, un'agenzia INDIPENDENTE ha molti vantaggi:

  • non mette preferenzialmente le proprie forze a disposizione di uno o più parchi gestiti da personaggi associabili allo stesso colore politico della giunta regionale (qualunque esso sia, intesi!).
  • Decide in libera scelta quali settori di azione privilegiare (comunicazione, controlli, studi..) e stabilisce quale parco abbia bisogno maggiormente di quale servizio.
  • Stabilisce autonomamente il proprio grado di visibilità e come presentarsi al pubblico
E' logico quindi, che un assessore regionale all'ambiente non possa rivendicare i meriti di un organismo autonomo, nè possa condizionarlo territorialmente o tematicamente al di la di indicazioni di massima, ...e al di la della "leva" del bilancio.
In altre parole, tenere in vita l'ARP significa ammettere che si possono fare buone politiche senza bisogno dei politici. O almeno questa è la mia opinione.

Riportare quel lavoro dentro a un assessorato lo esporrebbe inevitabilmente alle burrasche delle scaramucce e degli umori politici, ovvero a far lavorare il personale peggio e meno. Oppure l'alternativa è quella di smembrarlo e assegnarlo a vari parchi, cosicchè si perderebbero i vantaggi di un lavoro multidiscipliare, organizzato e interconnesso. Comunque si giri la vicenda, un atto formalmente concepito "contro la partitocrazia e gli sprechi", è candidato a trasformarsi nell'esatto opposto. Con buona pace di chi legge le notizie in trafiletto sui giornali e senza sapere, approva.

Non ci resta che vedere se la Regione Lazio andrà fino in fondo al proposito o ci ripenserà (qualche segnale pare ci sia). Lo sapremo all'inizio del prossimo anno.