martedì, marzo 04, 2008

Un tesoro caldo sotto ai nostri piedi


La carta che vedete qui sopra identifica, secondo l'istituto internazionale di geotermia di Pisa, i flussi di calore profondi (l'ho tratta da questo sito, di Giuseppe Caravita che è un noto giornalista del Sole24Ore), descrivendoci con i colori più caldi le aree dalle quali emerge sulla superficie crostale una maggiore quantità di calore endogeno della terra. Nelle zone più calde (fuchsia) la temperatura delle rocce a 5km di profondità supera i 240°c. E come potete vedere, le regioni "baciate" dal fuoco sono Toscana e Lazio, oltre all'area che va da Ischia al Vesuvio.
Questo per ciò che riguarda le terre emerse.

Ma oltre a questo, non c'è da sottovalutare affatto il potenziale termico che sta sotto al tirreno meridionale, che sembra veramente notevole (leggetevi questo studio del GGA).
In particolare, la zona più promettente è il Monte Marsili, un vulcano il cui edificio, (per volumetria è paragonabile all'Etna) emerge dal fondo del tirreno (3000 metri) fino a 700 m di profondità circa. Le recenti rilevazioni di una sonda progettata dall'INGV ci dicono che è ancora sismicamente attivo, e forse, come sostiene qualcuno, ha avuto un'attività vulcanica anche in tempi storici.

Come si potrebbe fare per sfruttare una così grande massa di potenziale geotermico situata a grandi profondità e in mare aperto? Vediamo..

Un "sistema geotermico" è costituito idealmente di tre componenti:

  • il corpo caldo,
  • la riserva
  • la copertura.
Il primo è un accumulo di magma caldo incassato dentro la crosta (sia oceanica o continentale), dal quale fluisce il calore. Questo calore investe le rocce circostanti che, se sono porose, tendono ad assorbirlo. Dentro a queste rocce calde l'acqua che si infiltra (o che proviene dal magma per raffreddamento) raggiunge alte temperature e ritorna verso l'alto, costituendo un'ottima riserva di vapore. Il sistema è poi quasi "sigillato" da rocce di copertura poco porose, che trattengono il calore all'interno come fossero una coperta. Gli studi sinora fatti indicano che la "riserva" di Marsili pare molto grande, e molto calda; se si potesse sfruttare ne ricaveremmo una grande quantità di energia utile.

Qui però, finiscono gli entusiasmi, perchè allo stato attuale non esiste alcuna zona al mondo dove sia stata costruita una centrale geotermica off-shore (che probabilmente avrebbe l'aspetto di una sorta di piattaforma petrolifera sbuffante di gigantesche dimensioni) con tutte le conseguenze del caso. A livello mondiale manca la tecnologia e finora sono mancate le motivazioni (il petrolio a buon mercato rendeva inutili gli ingenti investimenti in ricerca). In più, non esiste alcuna prospezione accurata di Marsili, non ci sono carotaggi a disposizione, per cui anche partendo adesso (e con un bel po' di finanziamenti), prima di mettere in opera un eventuale primo tubo della prima centrale geotermica off-shore italiana potrebbero facilmente passare almeno quindici anni.

Questi problemi però, sono comuni anche ad altre zone, che nel mondo, condividono con l'italia notevoli potenzialità geotermiche off-shore. Solo che immancabilmente altrove si stanno dando da fare.
Per esempio "i soliti" stati uniti (che del resto, grandi come sono, hanno abbondanza di siti utilizzabili) attraverso il dipartimento dell'energia hanno lanciato l'"Enhanced geothermal Program", che mira a sviluppare la tecnologia definita" EGS ", ovvero "enhanced geothermal systems"; si tratta in sostanza di sfruttare i giacimenti, non prendendo falde d'acqua poco profonde e scaldate dalla massa magmatica, ma trivellando a grande profondità (anche 4-5km), dove il calore è molto più intenso e l'acqua non può arrivare. in questo caso l'acqua è pompata dentro a una trivellazione da un circuito artificiale, che così la recupera dopo averne estratto calore e la ripompa in profondità entro una sorta di circuito chiuso. I vantaggi sono innumerevoli, sia dal punto di vista energetico che ambientale (magari ne parleremo un'altra volta).

Certo è che con il petrolio in corsa libera verso il picco, sarebbe il caso di cominciare a investire anche su queste soluzioni...