martedì, dicembre 05, 2006

La grande occasione della Romania



La Romania è un paese che si sta svegliando, solo ora, da un lungo sonno. Ho avuto modo di andarci perchè l'agenzia mi ha inviato nella regione più povera del paese, la moldova rumena, per un gemellaggio con la locale agenzia di protezione ambientale. Nonostante siano passati 17 anni dalla fine di Nicolae Ceausescu e 16 dalla fine del COMECON, questo paese ancora stenta a trovare la pace e la serenità, e a decollare.
Sono stato nelle città di Bacau e Iasi e ho toccato con mano cosa vuol dire vivere in Romania oggi. Il centro urbano è stato raso al suolo in epoca sovietica (eccette le chiese ortodosse) e ricostruito a palazzoni fatiscienti ed energeticamente del tutto insostenibili. Le antiche casette di inizio '900 (un tempo dovevano essere dei gioiellini) versano in stato di abbandono. La strada tra Bacau e Iasi ha due corsie, con una fila veloce per le automobili e i camion, mentre sulla fila lenta transitano carretti (spesso a trazione animale ma a volte umana) e pedoni. I villaggi in campagna mancano a volte di luce, molto spesso di acqua corrente ed hanno le strade di collegamento sterrate e poco praticabili.
I Rumeni più giovani sembrano veramente in gamba ed hanno ottime prospettive future; questo perchè i lavori di alto livello rappresentano quasi tutti una nuova professionalità, e quindi le gerontocrazie non possono soffocare i talenti più promettenti (praticamente..come in italia!).
Al contrario le persone più anziane sono molto depresse, anche e soprattutto perchè oggi possono vedere come i loro anni migliori siano stati dilapidati sotto Ceausescu.

Eppure in tutto questo la Romania ha una grande occasione. Lo sviluppo si è fermato ai prima anni 50, è vero, ma proprio per questo ora, può partire da zero senza fare i nostri errori.
Da Gennaio 2007 il paese entrerà nella UE, e dovrà recepire e realizzare una serie di direttive (il mio compito riguardava questo) che rappresentano un corpo di convinzioni maturate nell'europa occidentale con il "senno del poi".
E la Romania ha dei punti a favore interessanti:

  • Innanzitutto è un paese fortemente agricolo, nel quale l'industria pesante ha sempre avuto scarso ruolo (a parte la "dacia" ora acquistata dalla Renault..). Siccome poi i concimi chimici e i pesticidi hanno un costo tuttora insostenibile per una economia quasi per nulla meccanizzata, la verdura è, come dire, "biologica per natura" e l'eutrofizzazione è un fenomeno molto circoscritto.
  • Inoltre, l'economia di sussistenza ha obbligato per anni i Rumeni a cercare di ottenere il massimo possibile dal loro orto di casa, per cui gli insediamenti umani che hanno resistito all'epoca comunista sono organizzati con i criteri della massima sostenibilità ambientale (le case come nella foto sopra hanno una specie di serra che funziona da scambiatore di calore e ciascuna ha il suo orto di sussistenza).
  • Infine la realizzazione da zero di un modello avanzato di gestione del territorio, renderà la tutela ambientale molto meno onerosa di quanto richieda a noi (Immaginate cosa significa progettare da zero una gestione sostenibile dei rifiuti per un popolo che non ha mai conosciuto il consumismo ed è abituato a riciclare il possibile).
Termino con un aneddoto: una collega dell'agenzia ha avuto modo di parlare con uno dei tanti imprenditori veneti che stanno portando le attività in Romania. Dopo avergli spiegato che il nostro ruolo era quello di fare training sull'implementazione delle direttive europee in materia ambientale si è sentita rispondere:
"Ma come, non sono ancora partiti e già li volete fermare?"

Santa pazienza....


Nella foto, un esempio di abitazione "autosufficiente"