domenica, novembre 12, 2006

GPL, nessuno lo vuole.



A parte Chevrolet, e più timidamente Citroen, pare che le case automobilistiche abbiano un comportamento a dire poco tiepido nei confronti dell'alimentazione a GPL. E posso capirlo, purtroppo, considerando che secondo uno speciale sulla mobilità della rivista "Nuova energia", solo il 4,7% degli italiani da fiducia alle auto a GPL, dietro (manco a dirlo) nell'ordine al diesel(28,3%), alla benzina(23,3%!!!), all'ibrido ai biocombustibili e perfino all'ancora futuribile idrogeno (tutti e tre intorno al 10%) e davanti solo alle auto completamente elettriche (1,6%).

Credo che sarebbe nostro diritto poter scegliere, almeno per le auto di medie e grandi dimensioni, l'alimentazione a GPL preinstallata, o ancora meglio, disporre di un modello "Flexifuel" (vedi post). Invece no, molte case ignorano deliberatamente questa possibilità spingendo il marketing su motori diesel ultrapompati e performanti.

Allora, invece che ridurre le accise sul GPL, perchè non ci impegnamo per una legislazione che renda obbligatoria la presenza di una versione flexi-fuel per tutti i modelli di automobili in commercio, nel giro diciamo di due-tre anni?
Perchè non viene incentivato il miglioramento della rete di distribuzione?

Non riesco a capire, in tutta sincerità, perchè il metano abbia il doppio dei consensi del GPL nel gradimento degli italiani, considerando che le bombole sono molto più grosse e a pressione di 200atm contro le 35 di un serbatoio GPL, i distributori poi sono rarissimi.....

Per parte mia ho comprato un'auto con impianto preinstallato, in modo da avere le sicurezze che una modifica successiva mi avrebbe tolto, ovvero:

  1. La garanzia di due anni sull'auto e tre sull'impianto (convertendola successivamente la garanzia sull'auto viene invalidata!)
  2. La sicurezza che deriva dalla standardizzazione delle procedure di montaggio degli impianti (l'installatore ha la possibilità di montare lo stesso modello di impianto sullo stesso modello di auto per molte vetture), con conseguente miglioramento dell'esperienza degli installatori.
  3. La gratuità dell'impianto (gli incentivi sulle auto vendute a GPL sono maggiori rispetto a quelli destinati alla riconversione di auto esistenti).

In circa 13 mesi di possesso dell'auto ho percorso 37000 km. Ipotizzando un costo medio del GPL di 0,60 € nel corso di quest'anno (ha fluttuato tra 0,53 e 0,67), un 15% di Km percorsi a benzina (tra 1,3 e 1,4 €) e un rendimento inferiore del 20% (parametri standard e conservativi utilizzati normalmente nei conteggi, basta leggere questo forum) ho speso in totale circa 2070 € (contro i 3330 € che avrei speso con la sola benzina), risparmiandone 1260.
E si tratta di stime molto prudenziali.

Più difficile diventa il calcolo delle emissioni evitate, anche perchè (vedi questo post) non in tutti i campi il GPL si dimostra virtuoso. Ma se dovessimo dare retta ai test EETP, comparando le emissioni medie di un Diesel e di un GPL potremmo parlare di:

12,7 Kg di NOx evitati
1,06 Kg di Nanopolveri evitati
9 Kg di CO in più
148 g di HC evitati
32 Kg di Acetaldeide e formaldeide evitati!
1,52g di Benzene evitati
14 Kg di CO2 in più.


Conclusioni sul GPL:
- Non fa bene all'effetto serra (14 Kg di CO2, più 9 di CO, che a contatto con l'aria si ritrasforma in CO2)
-Diminuisce drasticamente i composti cancerogeni (rispetto al diesel un Kg in meno di PM10 e soprattutto 32 Kg di acetaldeide e formaldeide!!!!!)
-Riduce i danni dello smog fotochimico (anidrife solforosa pressochè assente e più di 12 Kg in meno di NOx).

A questo punto fatevi i vostri giudizi. Certo che quei 32 chili di robaccia in meno fanno davvero impressione....

La foto proviene dal photostream di R4vi

mercoledì, novembre 08, 2006

L'ingordo di casa


Il mio ultimo PC di casa risale al 2003, quando dopo cinque anni di uso intensivo ho abbandonato il computer precedente. Appena acceso il nuovo PC, ricordo di aver avuto un sussulto di nervosismo. Era molto rumoroso, nonostante avessi acquistato quelli che all'epoca erano considerati dissipatori silenziosi. E il motivo era semplice; i processori moderni dissipano una quantità di calore per centimetro quadrato che è semplicemente spaventosa. Un articolo di Tom's harwdare italia calcola che un Intel Pentium 4 a 3.2 Gigahertz (un normalissimo processore di un normalissimo PC) raggiunge un picco di 84watt di consumo. Se fosse grande un metro quadrato diventerebbero 840.000 watt... Proporzionalmente siamo a otto volte un ferro da stiro con caldaia separata.

Il brutto è che nonostante la sigla "energy star" che potete leggere quando accendete il PC da scrivania, di sostenibile li dentro c'è ben poco. A parte il consumo del processore (60-100 watt) c'è la scheda video, che vi fa perdere fino ad altri 100-130 watt, sempre che non ne vogliate DUE in parallelo, più le varie componenti, casse e stampanti, scanner.....

Su Hardware Upgrade trovate questo articolo che illustra quanta potenza serve per un computer accessoriato in pieno carico e dotato di una scheda grafica di grido. Si può arrivare a quattrocento watt (40 lampadine a basso consumo da 10 watt). Le riviste e i blog di informatica sostengono però che per il 90-95% del tempo il PC sia in modalità "idle", ovvero aspetti i comandi dell'utente senza fare nulla (non è difficile immaginarselo, pensate a tutte le pause che fate quando scrivete un documento). In tal caso il PC sta perfettamente fermo, eppure si consuma i suoi buoni 70 watt minimi (Come dedicare questi 70 watt a delle buone azioni? Potete usarli per predire i cambiamenti climatici o lottare contro l'AIDS, dedicando i tempi morti del vostro PC a una serie infinita di calcoli matematici).

Fortunatamente, sotto pressione della spectre verde, le cose stanno lentamente cambiando.
Le direttive soprannominate ROHS e WEEE hanno imposto rispettivamente l'eliminazione delle sostanze tossiche dai componenti dei PC e l'organizzazione del riciclo dei componenti dei computer usati, ma rimane ancora un buco nella politica energetica, che sarà colmato solo con l'entrata in vigore, nel 2007, delle nuove specifiche previste dall'agenzia per la protezione ambientale degli USA (EPA), che per la prima volta mettono un tetto al consumo dei PC in modalità idle e stabiliscono una efficienza minima dell'80% dei prodotti elettronici a corrente alternata.

Per il momento se dovete comperare un PC nuovo potete fare una scelta di buon senso limitando i consumi in questo modo:

1)Prendete un processore a singolo core e a basso consumo, chiedendo espressamente al negoziante che abbia un TDP (consumo a massimo carico) di 35 watt o meno.

2)Fatevi configurare il PC in modo da abilitare le tecnologie di variazione automatica della frequenza in ragione del carico di lavoro.

3)Non mettete due schede video nel PC. Ne basta una. Prendete le versioni che a parità di "classe" hanno le frequenze del processore e della memoria più basse (di solito c'è una sigla tipo "GS", "SE"..). Se non vi interessano le prestazioni chiedete una scheda con dissipatore passivo (senza ventola): è la garanzia che scaldando poco consuma anche poco.

4)Usate memorie per il PC con la tecnologia DDR2, consumano decisamente meno delle DDR.

5)Non comprate più di un Hard disk. Se acquisterete il PC fra qualche mese chiedete gli hard disk "ibridi": consumano meno e vanno più veloci.

6)Investite qualche soldo in più su un alimentatore di qualità. Sul mercato ce ne sono già certificati ROHS e con una efficienza minima dell'80%. Alcuni hanno un nome che contiene la parola "green". Un alimentatore efficiente fa risparmiare parecchia corrente.

La foto è presa dal Photostream di Phil_g



venerdì, novembre 03, 2006

Battaglia persa.. su La7


Vi ricordate il post che ho mandato qualche tempo fa sulla sindrome da "Spectre verde"? Questa sera sul La7, nel corso della trasmissione "otto e mezzo" di Giuliano Ferrara, è andata in onda una puntata espressamente dedicata al global warming. Con grande stupore ho scoperto un notevolissimo (agli occhi di tutti i presenti, da Pecoraro Scanio a Vincenzo Ferrara) personaggio: Franco Battaglia.
Il nostro, docente di chimica dell'ambiente all'Università di Modena, negazionista fino al midollo su pressochè tutte le problematiche ambientali più pressanti (dal riscaldamento globale all'elettrosmog, dai rischi degli ogm a quelli del nucleare) ha inanellato una serie di prese di posizione che mi hanno lasciato a bocca aperta.
Ma a proposito di spectre verde, questa è la citazione che gioisco nel condividere con voi:

"Ci sono stati grandi mali dell'umanità...c'è stato il fascismo, il nazismo e......l'ambientalismo!"
Neanche Paul Driessen era arrivato a tanto. Se però volete leggervi qualcun'altra sua affermazione, tipo questa:

Le associazioni ambientaliste dicono di avercela con le ecomafie. Io ho sempre sostenuto che le ecomafie sono esse stesse, e operano come le associazioni mafiose fanno.


potete godervi la lista dei suoi contributi (tutti presi da interventi su "Il Giornale") pubblicata sito "Galileo 2001" (sul quale scrive notoriamente un gruppo di scienziati estremamente "ottimisti"); in alternativa, trovate tracce di qualche sua discussione sul forum di Energie Rinnovabili.
Se dovessi valutare la sua capacità persuasiva ai punti, a prescindere dai "dati" scientifici che ha divulgato (tra i quali la dimostrazione che l'incidente di Chernobyl ha causato solo 59 morti e il costo del biodiesel superiore rispetto all'investimento energetico richiesto) o delle tesi che ha propugnato (il sole si usava fino a due secoli fa, oggi non serve a dare energia), direi che in ogni caso si è difeso molto male. Gli scienziati, in teoria, dovrebbero essere equilibrati per "forma mentis", ma siccome sono una specie di nazista, la mia opinione non conta......

La foto proviene dal photostream di ru_24_real