venerdì, ottobre 06, 2006

E85, la pozione magica...



Negli stati uniti sta diventando quasi una mania. A dispetto del suo costo, che negli USA è del 33% superiore alla benzina, L'E85 è ormai un combustibile diffuso, conosciuto, e anche discretamente utilizzato. Come fa intuire il nome, si tratta di una miscela di etanolo all'85% e benzina al 15%. L'etanolo, ovviamente, è prodotto per via biologica, attraverso la fermentazione delle biomasse derivanti dall'agricoltura (scarti di produzione ma anche colture destinate specificamente ai biocombustibili). L'interesse per questo combustibile è forte perchè è supportato da una serie di motivazioni importanti:

  • La prima è che si riduce fortemente l'inquinamento da polveri e da benzene (come per il GPL, che è una miscela di Propano e Butano, anche l'etanolo è una molecola molto piccola, che quindi brucia pressochè conpletamente senza residui).

  • La seconda è che l'alcool, essendo estratto da materiale vegetale, non potrà essere computato nelle emissioni ai fini dell'accordo di kyoto, perché proviene dalla biosfera.

  • La terza è che essendo miscelabile completamente con la benzina, può essere introdotto in percentuali crescenti dentro ai depositi esistenti senza comportare (come invece accade per il metano e il GPL) il rifacimento o l'adeguamento delle strutture di stoccaggio delle aree di servizio.

Come al solito è lecito porsi una domanda: Ma se sono tutte rose e fiori, come mai non solo l'italia, ma i paesi europei in generale (esclusa la Svezia), non hanno “forzato la mano” verso la sua introduzione?

La risposta, come sempre, è complessa. Il problema principale è che il modo più pratico che si conosce per distillare l'alcool su scala industriale è quello che prevede l'approvvigionamento da colture agricole specializzate. In questo modo, una sostituzione completa dei derivati del petrolio implicherebbe la messa a coltura di una superficie agricola ben più grande dell'intera italia (se volessimo essere autarchici). Inoltre, una filiera del genere non si crea dall'oggi al domani (ce l'hanno il Brasile, che alimenta le auto ad alcool fin dagli anni '70 e gli stati uniti, che hanno a disposizione le sconfinate pianure del Missisippi). Un modo più efficace potrebbe essere quello di coltivare alghe (possibilmente transgeniche, per aumentare le rese), ma occorrerebbero comunque grandi superfici da allagare o grossi investimenti per costruire una schiera di fotobioreattori; e poi, non si sa predire esattamente come un organismo transgenico si possa “integrare” in ecosistemi naturali o seminaturali.


Poi esiste il problema motori: oltre il 15% in volume, la miscela assume caratteristiche che la rendono inadatta alle valvole esistenti, per cui devono essere prodotti motori "compatibili" (un po' come accade per il GPL) detti "Flexi-fuel". Marche come Fiat, Mercedes, Ford, li producono già da tanto tempo, ma li vendono in Brasile, dove l'etanolo è utilizzato da 30 anni!

In pratica, la lista dei problemi introdotti è pari a quella dei vantaggi procurati. Io però sono convinto che questa scelta, anche se lentamente, debba essere intrapresa. L'alcool ha il grande vantaggio di poter essere usato come “alimento” per le celle a combustibile, al posto dell'idrogeno, che richiede serbatoi ad alta pressione ed è molto meno sicuro. Si tratta quindi del candidato ideale alla transizione verso la sostenibilità dei trasporti. Se verrà adottato su larga scala dipenderemo sempre dall'estero, ma almeno potremo importare da tutti i paesi del globo.

Intanto c'è la possibilità di ricorrere all'E5, l'E7 e l'E10 (qui le informazioni), che non richiedono la modifica dei motori , (anzi, in piccole quantità l'alcool contribuisce a mantenerlo pulito e riduce un po' le emissioni di particolato), e va ricordato che l'Europa spinge, attraverso la direttiva 30/2003 verso l'adozione dei biocarburanti, che dovranno essere distribuiti in ragione di un 5,75% del tenore energetico totale dei combustibili entro il 2010. E questo ci fa capire che l'E5 sta cominciando a entrare nei nostri motori senza che ce ne accorgiamo.

Per andare oltre però occorreranno un aumento della produzione interna di etanolo e soprattutto la commercializzazione di macchine "Flexi-Fuel". Speriamo che da Pecoraro Scanio arrivino segnali chiari in questa direzione.


La foto viene dal Photostream di Cindy47452

Approfondimenti

Q&A sull'etanolo (Dipartimento agricoltura dell'Iowa)