martedì, gennaio 15, 2008

Appunti di local warming


Lo so, lo so, questo inverno ci induce a pensare che gli effetti del global warming nell'area italiana siano stati trascurabili. Ma come sempre, esiste un certo grado di soggettività nel valutare le situazioni che viviamo e ancor più nel ricordare quelle che abbiamo vissuto. Nel nostro piccolo, possiamo ricordarci di questo post, ricorrente esattamente a un anno fa (mi sembra passata una vita, nel frattempo ho cambiato città, ente e mi è nato un figlio...), nel quale "lamentavo" le fioriture precoci di parecchie specie botaniche. Questo autunno, se possibile, è andato ancora peggio, o almeno questo è il quadro che ci mostra la situazione dell'italia peninsulare sul lato tirrenico. Una fase di tempo relativamente caldo ma soprattutto secco si è protratta fino a metà dicembre allorchè sono sopravvenute discrete piogge.
Se non ne siete convinti vi consiglio (come ho fatto l'anno scorso), di esaminare i dati 2007 provenienti dal monitoraggio IBIMET.
E' emblematico il caso della centralina di Roma urbe. Confrontando i dati delle precipitazioni del 2007, emerge che tra gennaio e giugno sono piovuti circa 306mm di pioggia (già di per se comunque molto pochi), mentre nel periodo compreso tra luglio e dicembre ne sono piovuti 15!
Stiamo parlando di un tasso di precipitazioni tipico delle aree predesertiche!

E infatti, possiamo esaminare due interessanti cartine: la prima ci mostra le precipitazioni assolute del periodo compreso tra novembre 2006 e ottobre 2007.

Carta IBIMET delle precipitazioni assolute nel periodo nov 2006-ott 2007
Come vedete, una buona fetta di italia peninsulare è compresa tra i 400 e i 600mm.


La seconda cartina ci mostra invece le "anomalie" annuali di precipitazione del 2007 calcolate sulle medie degli anni '90-2005.

Carta IBIMET delle anomalie di precipitazione nel periodo nov 2006-ott 2007

Come si vede, il periodo indicato mostra una diminuzione della pioggia attorno ai 200mm annui sulla gran maggioranza del territorio italiano (che poi significa tra il 40 e il 60% in meno...).

Tutto ciò si è visto anche nelle fioriture in natura così come nel mio giardino. Solo per dare due esempi, l'ajuga reptans che ho piantato tempo fa nel posto più buio del mio giardino (fiorisce ad aprile) ha cominciato a fiorire a settembre e non si è ancora fermata. il 18 dicembre sono andato con l'agenzia a fare il monitoraggio del fiume Arrone a Fiumicino e ho trovato in fiore tutta la popolazione locale di Bidens tripartita (che in teoria dovrebbe fiorire tra maggio e giugno...).

Se poi volete sapere che senso ha l'immagine di apertura del post, posso dirvi che quelli sono due piccoli pomodori nati dalla pianta che ho messo a dimora a marzo scorso e maturati in questi giorni come "prodotto" della fioritura di ottobre....