mercoledì, agosto 23, 2006

Plutonio, santo subito!


Sotto l'ombrellone mi sono divertito a leggere l'articolo “Confusione nucleare”, comparso sul supplemento speciale “ambiente & salute” delle Pagine Monaci di Luglio.

Si tratta di un'intervista fatta a Renato Angelo Ricci, presidente della “Associazione italiana nucleare”. Beh, devo dire che l'ho trovato “istruttivo”, e ne riprendo degli stralci (commentandoli, si intende) volentieri (le parole in grassetto ovviamente le ho evidenziate io).


Iniziamo con la descrizione della situazione italiana

... è alquanto anomala..(omissis)....anche per una carenza culturale che penalizza un serio dibattito basato su conoscenze e valutazioni tecnico-scientifiche corrette. Questo è dovuto alla estrema radicalizzazione della cultura ambientalista italiana...(omissis)...e all'appoggio di tali posizioni ideologiche da parte di alcune forze politiche che considerano il problema soltanto dal punto di vista della convenienza elettorale.”


Passiamo al futuro dell'energia nucleare in Italia

...il nostro paese non può sedersi al tavolo di discussione con gli altri partners europei senza una propria chiara politica energetica con concrete prospettive di ritorno al nucleare”


E ora tocca alla “perla” sociologica

La stessa opinione pubblica italiana è ormai per la maggioranza favorevole al ritorno all'energia nucleare – più di un sondaggio ormai rivela questa tendenza


Per finire con le scorie nucleari

...la paura delle scorie è soltanto di tipo politico sociale, ingigantita dalla cattiva informazione o dalla mancanza di informazione adeguata.”


Mi pare di capire quindi (ma forse sono un po' duro io, ed esagero..), che possiamo trarre le seguenti conclusioni:

  1. Noi italiani “anomali” non abbiamo la sufficiente cultura per affrontare un serio dibattito sull'energia nucleare.

  2. Le forze politiche di ispirazione ambientalista avversano il nucleare solo per convenienza elettorale. Chissà, magari anche i verdi sono tutti nuclearisti, ma fanno finta di no...

  3. Il “dibattito” comunque ha esito scontato, perché l'Italia non può discutere di politica energetica con gli altri paesi europei se non fa capire che vuole tornare al nucleare.

  4. Gli italiani sono favorevoli al nucleare. Quindi probabilmente si riuscirebbero a costruire, in tempi ragionevoli, un po' di centrali sparse per il territorio (con ampi sorrisi della popolazione locale, per nulla affetta dalla sindrome di NIMBY).

  5. Non c'è fondamento scientifico alla paura per le scorie. E' colpa di giornalisti asini o che cavalcano il qualunquismo popolare.


Eppure, nonostante ci si possa aspettare una posizione così schierata da chi ha avuto una carriera così lunga e prestigiosa (e non per motivi politici ma per effettive capacità professionali, basta leggere qui) dedicata alla fisica nucleare, rimango comunque un po' deluso.

Obiettività vuole che anche quando siamo affascinati da un fenomeno o una idea siamo capaci di riconoscerne i lati negativi, anche quando sono solo ipotetici (come ho fatto io per il kitegen). Immaginare gli italiani un popolo a maggioranza nuclearista e ridicolizzare il problema delle scorie non mi sembra un grande esercizio di obiettività.....

In un prossimo post riprenderò gli argomenti che mi convincono dell'inutilità della strada nucleare. Ce ne sono tanti, e vanno adeguatamente argomentati.


La foto proviene dal photostream di The Sloan