domenica, maggio 06, 2007

Consigli per un giardino sostenibile


Polmonaria - Foto di SonicWalker

Le villette a schiera costituiscono una delle soluzioni più flessibili del mercato immobiliare, perché offrono una discreta libertà personale (una dose sopportabile di condominialità), un minimo di rapporto domestico con la natura (un giardinetto) e prezzi decenti. Succede, quindi, che anche il pollice meno verde del mondo cominci a chiedersi cosa ha senso mettere in quegli scampoli di giardino che il buon cuore dei costruttori ci ha lasciato in dote.
A questo punto ci sono due strade (e tante sfumature nel mezzo..): o cerchiamo di farci un giardino fiorito, oppure tentiamo la via dell’agricoltura domestica. Nel primo caso rischiamo di sprecare acqua e usare fertilizzanti bomba, nell’altro, di credere di avere in mano un ortaggio biologico quando invece non lo è….. (ma a questo argomento ci penserò un’altra volta).
Sfruttando il mio (relativo) pollice verde, ho cercato di stilare qualche comandamento per il giardino sostenibile:

1) Usare il più possibile le piante rustiche, che si adattino nell’ordine a: discrete escursioni termiche, scarsa disponibilità d’acqua, condizioni di acidità/alcalinità del suolo non ideali.
2) Piantare specie con lungo periodo di fioritura nel corso dell’anno.
3) Mimare l’organizzazione del bosco, gestendo la vegetazione “a strati”.
4) Dotarsi di un normale compostatore, (non serve capiente!) e usarlo come si deve.
5) Dotare se possibile il giardino di una siepe di specie rustica che abbia una buona
copertura e resistenza.
6) Combattere gli ospiti indesiderati con il buon senso.

Sono convinto che, a parte per il primo, pensiate che si tratti di consigli strani. Ora però ve li spiego, uno per uno.
1) L’uso di piante rustiche è fondamentale per ridurre il fabbisogno di acqua e gli accorgimenti relativi, sia comportamentali (ombreggiare, soleggiare, spostare), sia chimici (concimi, antiparassitari ecc..). Per esempio, è inutile vivere in salento e piantare le azalee in giardino, o tentare di far sopravvivere un ibisco ad Aosta. Una buona opzione alla quale molti non pensano può essere quella di trapiantare in giardino specie comuni prese in natura (come la polmonaria, che vedete in foto sopra, o l’erba vajola, in foto sotto), purchè siano state prelevate in luoghi con condizioni climatiche simili al giardino di casa.


L'erba vajola (Cerinthe major)

L’idea di mettere a dimora piante autoctone è vincente: praticamente la loro necessità di cure si riduce a zero (non hanno nemmeno bisogno di essere annaffiate, se collocate nel punto giusto, sono molto competitive e resistenti ai parassiti), e la scelta è molto varia: si va dalla lavanda, il cisto rosa e il citiso nelle aree spiccatamente mediterranee, all’albero di giuda, il gladiolo italico e la lavatera (negli appennini). Bisogna stare un po’ più attenti in montagna, dove i bei fiori non mancano, ma sono pressoché tutti rigorosamente protetti (vedi rododendri, gigli di san giovanni e martagoni, peonie).Alternativamente vanno bene piante robuste con foglie coriacee, come la camelia, le rose, le piante grasse in genere.
2) Il desiderio di avere il giardino sempre fiorito è una tentazione troppo forte: per questo le bulbose e le specie di serra non sono molto amate dai più: fioriscono un mese (e a volte nemmeno) e poi silenzio per il resto dell’anno. Molti cercano quindi di forzare le fioriture con dei concimi bomba (insostenibili, sia per il processo di fabbricazione, sia per il potere eutrofizzante). Una pianta (per cui stravedo) come il Callistemo (lo vedete qui sotto) è robusta, rustica, cresce bene e soprattutto fiorisce spesso e a lungo, senza una goccia/granello di concime.

Il bellissimo Callistemo

3) Questa è la regola d’oro. Se disponiamo dello spazio sufficiente possiamo accostare un alberello a un piccolo arbusto e sotto a questi una pianta erbacea, ma già due livelli sono ottimali. Infatti, in queste condizioni il terreno è sempre fresco, non soggetto a insolazione diretta, e può di conseguenza mantenere l’umidità per un periodo di tempo superiore (meno acqua in estate). Inoltre le piante più alte (e robuste) se sono spolianti e potate nelle parti più basse possono proteggere dall’insolazione quelle più piccole senza soffocarle.
4) Il compostatore ha un triplice scopo: ingoia la cenere del camino, i resti del pasto e gli sfalci in un colpo solo. Se siete virtuosi riducete drasticamente i vostri rifiuti e vi fate un terriccio come si deve per le piante!
5) Una bella siepe (di lauro o trachelospermo, per citarne due) ci può rifornire di foglie secche da gettare, a tappeto, sul terreno. La lettiera così creata protegge il suolo dal gelo d’inverno e dal disseccamento d’estate; tra l’altro, contrariamente a quanto si pensa comunemente, un po’ di insetti nel terreno non fanno affatto male.
6) Un consiglio per i parassiti e gli ospiti indesiderati: spesso c’è il modo di difendersi senza usare schifezze. Esempi comuni: le formiche vanno lasciate stare, non fanno alcun danno sensibile alle piante; gli afidi (spesso assaltano i boccioli di rosa) si uccidono con una spruzzata di sapone di Marsiglia diluito e nebulizzato e una passata di spugna; insetti come i calabroni e le scolie (dette anche "muratori" o "gavaroni") possono essere uccisi con uno spray “raffreddante”, che li congela temporaneamente; le lumache non si schiacciano, ma si gettano nel compostatore, dove diventeranno degli innocui salsiccioni che aspettano i resti della nostra lattuga.
Che dire in conclusione? Aggiungerei che un giardino ben fatto regola anche il calore e l’umidità delle stanze che vi si affacciano, ma sconfinerei in un argomento del quale ho voglia di parlare col dovuto approfondimento…