mercoledì, maggio 09, 2007

Caro Napolitano, dacci 10 centrali nucleari!


Foto di MagnusVK

Fantastico, veramente fantastico.
Tre giorni fa è stata inviata una lettera (riportata da Le Scienze, mi auguro per dovere di cronaca e non per appoggio ideale), ai presidenti della Repubblica, del Consiglio e delle varie Commissioni, nonchè ai ministri del Governo. Una lettera piena di affermazioni che io ritengo superficiali, contraddittorie e grossolane, firmata da una lista di scienziati (riuniti nell'associazione galileo2001) tra i quali.....

Franco Battaglia (quello del paragone ambientalismo=nazismo)
Renato Angelo Ricci (quello che sostiene che la paura delle scorie sia solo di tipo politico e sociale)
Umberto Veronesi (Un medico; oncologo, per la precisione)
Tullio Regge (Un luminare, ma da bravo fisico, innammorato dell'atomo)
Silvio Garattini (Un altro famoso medico, se non erro farmacologo)

In sostanza i firmatari chiedono di concentrare le risorse a disposizione sulla costruzione di dieci centrali nucleari, pronte da qui al.... 2012? 2020? 20.....?

Innanzitutto c'è un preambolo interessante:

Come cittadini e uomini di scienza, avvertiamo il dovere di rilevare che
la tesi sottesa al Protocollo,
cioè che sia in atto un processo di variazione del clima globale causato quasi esclusivamente dalle emissioni antropiche, è a nostro avviso non dimostrata, essendo l'entità del contributo antropico una questione ancora oggetto di studio.
Giusto, da uomini di scienza, quali sono gli oncologi, i farmacologi, i chimici e i fisici dell'atomo, ci viene un ammonimento a non dare per scontate le conclusioni di qualche centinaio di climatologi dell'IPCC.

Ma quello di cui non mi capacito è l'equazione

non è colpa dell'uomo=il problema non esiste (o si risolverà da solo).

Non la leggerete da nessuna parte, ma secondo me è consequenziale a certe prese di posizione.
Domanda: Ma non sarebbe peggio se fossero cause esclusivamente naturali? Non avremmo la buona probabilità che non ci sia modo di contrastare la variazione? Se fosse dovuto a un aumento di radiazione solare cosa dovremmo fare, mandare Bruce Willis ad affievolire il sole? Già così ci vorrà un grosso sforzo di adattamento al cambiamento climatico, figuriamoci se poi non avessimo neanche la speranza di contrastarlo riducendo le emissioni!

Ovviamente, il cardine dell'appello sta nel tentativo di dimostrare che solo il nucleare può risolvere i nostri problemi.

Ma veniamo ai motivi del loro scetticismo, che mi stuzzicano alquanto:

1. Biocarburanti. Per sostituire il 50% del carburante per autotrazione con bioetanolo, tenendo conto dell'energia netta del suo processo di produzione, sarebbe necessario coltivare a mais 500.000 kmq di territorio, di cui ovviamente non disponiamo. Anche coltivando a mais tutta la superficie agricola attualmente non utilizzata (meno di 10.000 kmq), l'uso dei biocarburanti ci consentirebbe di raggiungere meno del 2% degli obiettivi del Protocollo di Kyoto.

Vero, verissimo. Infatti credo che l'idea di estrarre biocombustibili dalle colture erbacee sia non solo inutile ma addirittura dannosa (c'è abbondanza di polemiche in proposito). Tuttavia molti sanno (ma non tutti, evidentemente) che esistono notevoli potenziali nella coltivazione delle alghe sia attraverso fotobioreattori che attraverso il lagunaggio (come sorgenti di etanolo, biodiesel e perfino idrogeno). Sperimentalmente sono state stimate rese fino a 30 volte tanto, per un semplice motivo: un'alga non spreca energia nel produrre parti che la difendano dall'essiccamento o l'aiutino a sopportare le condizioni avverse: c'è la cellula con i suoi vacuoli gonfi di lipidi, cresce rapidamente e se raccolta fermenta altrettanto rapidamente. E' l'ideale, e lo hanno capito aziende americane e giapponesi che da parecchio coltivano ceppi algali alimentandoli con il riciclo delle acque reflue dei depuratori e con i fumi delle centrali termoelettriche. Anche l'ENEL sta seguendo con interesse questo tipo di ricerche..

2. Eolico. Sostituire con l'eolico il 50% della produzione elettrica nazionale da fonti fossili significherebbe installare 80 GW di turbine eoliche, ovvero 80.000 turbine (una ogni 4 kmq del territorio nazionale). Appare evidente il carattere utopico di questa soluzione (che, ad ogni modo, richiederebbe un investimento non inferiore a 80 miliardi di euro).

Vero, verissimo. Infatti le pale eoliche a terra, in italia, non sono la soluzione. Fortunatamente chi ha voglia di informarsi sulle rinnovabili conosce bene il progetto Kitegen (ne ho parlato qui e qui) e le soluzioni simili che si stanno sperimentando. Gli inventori del sistema (del quale è stato finanziato un prototipo dalla Regione Piemonte) sostengono che nello spazio di non volo di una centrale nucleare si produce la stessa quantità di energia, ma in modo rinnovabile. Anche se avessero raddoppiato il valore per eccesso di ottimismo, dovrebbe essere comunque una soluzione altamente privilegiata..

3. Fotovoltaico. Per sostituire con il fotovoltaico il 50% della produzione elettrica nazionale da fonti fossili sarebbe necessario installare 120 GW fotovoltaici (con un impegno economico non inferiore a 700 miliardi di euro)[...]

Mi fido della stima dei GW, anche se mi lascia qualche dubbio, ma vorrei proprio sapere come hanno fatto i conti economici....
Sta di fatto che:
a) se avessimo introdotto anche solo 10 anni fa una legge per rendere il fotovoltaico obbligatorio nelle case di nuova costruzione oggi il parco installato sarebbe notevole e forse esisterebbero aziende leader nella progettazione e nella ricerca del settore.
b) è molto probabile che l'efficienza energetica dei moduli salga al 35% nei prossimi 5 anni e il costo scenda di almeno 3-4 volte (in primis per le nanotecnologie e l'ingresso dei polimeri plastici nel mercato dei pannelli solari).

Tutto questo è stato detto per giustificare l'affermazione che

Per sostituire il 50% della produzione elettrica nazionale da fonti fossili basterebbe installare 10 reattori nucleari del tipo di quelli attualmente in costruzione in Francia o in Finlandia, con un investimento complessivo inferiore a 35 miliardi di euro.
Mi permetto di fare alcune considerazioni:

1) Se fossi il capo dello stato andrei da Garattini per una consulenza farmacologica e da Vincenzo Ferrara per una consulenza climatologica. La scienza è così vasta che quando si esce dal proprio campo si rischia facilmente di prendere cantonate. La morale è: fidati di chi certi fenomeni li studia, non di chi parla partendo da convinzioni personali maturate a priori. Se è inconcepibile farsi visitare da un climatologo deve essere inconcepibile anche fidarsi dell'opinione sui mutamenti climatici di coloro che climatologi non sono.

2) E' inconcepibile che in quella lettera si parli di nucleare senza considerare che esiste ed è anzi un dovere morale il risparmio energetico: l'efficienza termica degli edifici, il rendimento dei motori, la scelta di tecnologie sempre meno energivore in tutti i settori possibili. Se anche si evitasse di costruire UNA delle loro dieci centrali nucleari, sarebbe tanto di guadagnato, se non altro per i costi economici che, tra l'altro, preoccupano coloro che hanno steso l'appello.

3) Non c'è UN nuclearista che faccia notare che anche l'uranio "disponibile" è in via di esaurimento, che comunque non ridurrebbe affatto la nostra dipendenza energetica dall'estero (qui l'uranio non c'è..), e che il problema delle scorie potrà essere risolto solamente attraverso la trasmutazione (ovvero bombardandole con fasci di plasma potentissimi e molto energivori..).

Invece quella lettera esprime un silenzio preoccupante proprio sul capitolo lungimiranza. Mi rendo conto che probabilmente quelle posizioni esprimono una mentalità figlia del periodo in cui queste persone sono nate (anni '40-'50-'60), ma quando si parla di lungimiranza, da uno scienziato è lecito aspettarsi qualcosa di più. Invece ci troviamo di fronte a una lettera che prima getta pesanti dubbi sul processo, sulla responsabilità dell'uomo per poi dire che bisogna agire, si, ma attraverso il nucleare. Peraltro poi, i firmatari della lettera dimostrano di non conoscere ne le nuove tecnologie a disposizione, ne il loro potenziale, ne le stime sulla disponibilità del combustibile nucleare. E' un po' poco perchè le critiche siano costruttive.

Una pessima figura. Secondo me, una pessima figura.