Foto di Emrald Cicada
Chi l'avrebbe detto che un giorno avremmo potuto ascoltare "Il ragazzo della via Gluck" al contrario? La dove oggi ci sono quartieri e periferie degradate, o vecchie aree industriali dismesse, domani potrebbe esserci un bosco ("potrebbe", e il perchè lo capirete tra poco), ma di questo rovesciamento di prospettive potrete beneficiare solo se vi trovate nel Lazio.
Infatti, il sito della Regione Lazio ci informa del fatto che l'assessore regionale all'ambiente (Filiberto Zaratti) ha inserito in un accordo di programma quadro un finanziamento di un milione di euro per l'adesione alla campagna dell'UNEP "PLANT FOR THE PLANET". Grazie a questa iniziativa, sarà possibile riconvertire i posti più brutti che avete davanti agli occhi in un luogo gradevole dove passare il tempo, e dove costruire una sacca di stalingrado per i poveri volatili, rettili e micromammiferi desiderosi di costruirsi un avamposto nel cuore dell'inospitale alveare umano (chissà se faranno la parte dei russi o dei tedeschi...).
Spendo due parole per plaudire al coraggio di quel consigliere o funzionario regionale che ha avuto un'idea brillante (anche se, tutto sommato, semplicemente di buon senso) e densa di ricadute positive. Si tratta di un segnale importante per invertire l'accanimento tutto italico alla progressiva e incessante eliminazione degli alberi dal tessuto urbano.
Però, però..com'è che mi sorge qualche perplessità? Mhh...vediamo un po'....
Se fossi io l'assessore regionale, cercherei di concentrare gli interventi (e i soldi), nelle aree che ne hanno maggiormente bisogno (come del resto è scritto nel comunicato pubblicato dalla Regione), vuoi per le polveri sottili (aree industriali o soggette a traffico intenso) o per l'effetto "isola di calore" dei quartieri (aree densamente abitate in cui la pianificazione urbanistica non ha previsto alcunché di colore verde o almeno verdolino), o perché si tratta di periferie anonime dominate dall'associazione vegetale più antipatica che esista (la cosiddetta "steppa antropica", che in città è rappresentata da quell'accozzaglia di ex aiuole e triangolini di incolto che bordano le reti viarie e gli spazi vuoti di periferia..).
In subordine, si potrebbero ripiantumare, almeno in parte, quelle zone in cui un tempo le foreste planiziali la facevano da padrone e ora regnano il cemento e le ciminiere (Ebbene si, mi riferivo all'agro pontino..).
E' per questo che stride un po' l'affermazione
"ci stiamo impegnando a creare nuove aree boschive in tutti i 387 Comuni del Lazio"Se la matematica non è un'opinione, direi che si tratta di 2583,97 € (= 5 milioni di vecchie lire, circa) a Comune, sufficienti probabilmente per piantare quattro o cinque alberi per sito. Di fronte alla penuria di soldi a disposizione quindi è inutile suddividere il finanziamento in #trecentoottantasette/00# rivoli (anche perché piantare un albero, che ne so.., a Barbarano Romano, è come svuotare un bicchiere nel mare); sarebbe anzi il caso di scegliere cinque o sei aree industriali dismesse (per esempio) da cui far partire la "reconquista".
Certo, in quel caso, arriveranno le telefonate di protesta di qualche sindaco panzone di un paesino di 100 abitanti che voleva partecipare anche simbolicamente a questo evento, ma forse nemmeno a lui converrebbe far vedere i cinque alberelli che avrebbe piantato.....
Penso e spero che invece l'idea sia quella di concentrare gli interventi, anche perché, conoscendo (da dentro) la pubblica amministrazione, non dubito che finirà come dico io.......